MARIO NANI MOCENIGO dalla città si asportavano tanti pregevoli capolavori, nel-l’Arsenale cominciarono le spogliazioni e i guasti. Su apposite navi da carico furono imbarcati tutti i cannoni che costituivano il parco artiglieria. Oltre ai cannoni furono inviate in Francia le armi portatili, i proiettili e tutto il materiale ricco esistente nei magazzini e che poteva avere utile impiego. I materiali di scarso valore furono invece venduti sul posto a privati cittadini. Per dare un’idea della rapacità francese basti pensare che furono portati in Francia perfino i caldaioni per bollire la pece e tutti i sartiami di riserva dei vascelli, un numero stragrande di balle di canape, di vele, di tela e di cordami. Fu lasciato intatto il solo magazzino che conteneva quanto era necessario per l’estinzione dei fortuiti incendi ( 1 ). Vuotato l’Arsenale di tutti i materiali ed utilizzate tutte le navi che potevano prendere il mare, restavano solo da affondare quelle ormeggiate nelle darsene e da danneggiare quelle sugli scali in modo che non potessero essere più adoperate. Queste operazioni, che avrebbero suscitato una gran- (1) Vittorio Barzoni scrive che l’importo delle spogliazioni francesi a Venezia nel 1797 può essere valutato a 40 milioni di ducati. 112