L* ARSENALE DI VENEZIA « dezza, perchè li suoi solidi vasi erano stati venduti sen-« za sapere. <( Perciò conoscendo di non poter effettuare tale « desiderio restò sdegnato, mise mano ai suoi soliti mali nerini ( 1 ) e cominciò a rovinare sì grande opera ridu-<( cendo tutto a minuti pezzi tutti quegli intagli e quanto (( era di dorato in quel legno e, posti tutti in un monte 11 sino al termine di raccogliere tutto quello che era dorali to, li segò poi in ogni portello la voga in maniera che « non fosse più atto al suo uso. « Eravi poi appesa una feluca adorna di intagli e « che servì quando si portò in Venezia il Duca di York (2) « l’anno 1740 a vedere l’Arsenale e si teneva per meli moria. « A li sudetti li tagliò li cavi cui era sostenuta e la « lasciò precipitare a terra e gli hanno levati gli intagli « dorati e messi uniti agli altri. 11 simile fece di due pea-« toni che si serviva Sua Serenità per le pubbliche fon-« cioni e questi era in terra in un deposito vicino alla Sala « dei Modelli; due di essi dopo spogliati li precipitò in « acqua forati perchè si affondassero e quello detto di u Sua Serenità l’anno spogliato affatto di tutte le insegne (1) Termine dialettale che significa piccole accette. (2) Con Ogni probabilità il Gelfi è in errore perchè il Duca di York venne a Venezia nel 1764. 115