L’ARSENALE DI VENEZIA mirazione ebbe a chiamare questa raccolta : « 11 Giardino di ferro ». I depositi di riserva delle artiglierie si estendevano anche nelle altre parti dell’Arsenale ed infatti al momento della caduta della Repubblica lungo tutta la via Stradai Campagna e lungo la via Vittorio Emanuele esistevano in doppia fila sui due lati un numero di cannoni che Costantino Veludo assicura fosse di 5293 bocche da fuoco delle quali 2518 in bronzo e il rimanente in ferro, (fig. 1 1) Come abbiamo veduto questo cospicuo materiale nel 1 797 fu dai Francesi caricato su apposite navi ed inviato in Francia per essere fuso od altrimenti impiegato- (1) II 18 luglio 1521 il Senato Veneziano aveva deciso la fusione di tutte le artiglierie in bronzo fuori uso, e nella seconda metà del secolo XVIII stava per essere adottato analogo provvedimento, ma il Sovraintendente Ispettore Generale dell’Artiglieria Domenico Gasperoni (1) Ciò è confermato dal seguente brano di lettera in data 2 Nevoso anno VI (22 Dicembre 1797) che il Generale Berthier Comandante in Capo dell’Armata d’Italia dirigeva al Generale Serrurier Comandante Militare di Venezia: « L’intention du Gouvernement est que l’artillerie et tous les magasins « de guerre et de bouche qui se trouvent à Venise soient transportés à « Corfou, Ancone et Ferrare, de manière que, lorsque nous rendrons Venise, «iil n’y ait plus une seule pièce de canon». Questa informazione mi è stata cortesemente fornita dall’allora Capitano di Vascello Gustavo Bogetti Addetto Navale a Parigi che potè ottenerla dal Capo del servizio storico del Ministero della Guerra francese. 47