243 MDXX, SETTEMBRE. 244 sento una banda di dieci cavalieri vestili lutti di negro di velluto, loro et cavalli et penaci)», li quali, finito che ebbero di corere le sue lanze, diero luogo a una altra compagnia, et fu monsignor de le Scut fratello di monsignor di Lautrech, lo quale comparse tutto galante sopra uno corsiero adobato di velluto negro et brocalello, lutto frastagliato a quarti, et dove era il velluto di sopra era il brocalello di sotto et cussi, sollo lo brocato era il velluto con tagli galanti, et liavea da le spale quasi una bernia o un manto come a l’antica se usava che da l’humero sinistro agropato pendeva al dexlro, habito che nuovamente fuor de l’arme usano ancora come per capuzo, ma è un altra fazone. Egli veniva inanti a dieci suoi medemamenle abigliati, col stoco in mano; voltegiando inanti la Regina fece fare al cavallo due reverentie, et andossi al fine de la mostra per il campo. Questa compagnia corse, e poi fu l’hora de retirarsi ; nè questo di fo-rono falle troppo gran prodezze, pur el Re an-glese si portò bene. Quando el predillo monsignor de le Scut hebbe corso, si apresentò al Re anglese che coreva, et scendendo da cavallo, baciandoli la mano li fece dono del suo corsier che prima era lodato dal Re. A dì 15 Venere si corse utsupra; ma per esser vento et pioggia, la festa non hebbe molla frequen-tia, nè li Re corsero. A dì 16, Sabato, a l’hora deputata, si apresentaro contra li cavalieri del campo due bande de angle-si 11 per banda, et li primi haveano color bianco giallo e azuro, tutti de brocato et velluto abigliati. Et uno di quelli, ditto maestro Brion fratello di quella » bella giovane anglese, hebbe per scontro il re Chri-slianissimo, il quale quel giorno haveva sopraveste di broccatello bandato di velluto violato ricamalo dì gropì di argento, nei campi havea libri aperti de ricamo de argento, con letere negre in questa l'oza A. M. E. et così tulli li compagni, et parea che si potesse interpretare : Libera me. Il Re anglese pur col suo giallo, berelino et bianco, ma variamente divisalo. La segonda banda de anglesi si apresenlò in colore bianco, rosso et azzuro, con 21 stafieri in questa divisa : il bianco era tela d’argento, il rosso cre-mesino, l’azuro velluto con fiamole d’oro, et varie imprese de ricamo per le sopravesle, tra le quale ne era una che havea un cuor nel fuoco e sopra una mano con un vaso forato da rinfrescare li giardini instillava humore, con breve che diceva : lJour revegliar. Un altro era tutto coperto a pene bianche de ricamo, ma tutte troncale al mezo, con uno breveclie diceva: Vostra meroe’. Et con questi ne era uno che havea coperte le veste de un B greco, nel quale era atorniato una pena nel nervo de la quale era scrito Eterna. Et di questa ultimo era quel figliolo dii duca di Norlfolc' minore, il quale corse contro il Re. Et questo di fo l’ultimo di le giostre e si portoron bene assai et ruppero quasi tutte le lanze. 11 re di Fran-za hebbe pericolo a una letnpia et ad un occhio, chi dice per bota di lanza, chi per la testiera dii cavallo, il quale nel montare li delle. Fu veduto senza l’elmo manzi alla madre et le Reine con l’occhio, et quella parte negra, et con una bolletta negra. Il giorno inanzi fo ditto che un corendo contro l’altro, hebbe tal botta ne la testa che hoggi se morse, et eran francesi. Domenica, fu alli 17, vene Madama la madre a pranso a Guiñes, e il Re francese, anticipalo l’hora, si trovò nel cortile del castello di Guiñes con pocha gente di le soe, nè prima si seppe che era zonto, di che sì maravegliava quasi ogni uno; pur il Re anglese li corse incontra e si abrazono insieme, e il Re francese disse : « Monsignor, son vostro preso-nier, » e fatoli grandissime careze, de compagnia us-sirono dii palazo et andono a messa a la capella aco-slata a ditto palazo molto bella et magnifica, tutta lucente d’oro. Finita la messa, il Re anglese andò ad Arder a disnar con la raina de Franza, et menò con si madama Maria sua sorella et la sua compagnia, et il Re francese mangiò ne li allogiamenti del Re qui et la madre con la Raina, il Cardinale ne le soe stanze, con gran compagnia di quelli signori et gentilho-meni francesi. Le sale erano piene, l’una de homeni, l’altra de donne, et a l’usalo si fece bona ciera con grandissimo compiacimento et pompa. Da poi pranzo se danzò alla francese inanzi a le Raine, et fra poco tempo comparse dieci copie di mascare, doi per livrea, in habili longi de velluto et de raso con penachi et capuzini, tra quali fu il Re in habito beretino bandato di bianco col compagno, et con li pifari si fece un ballo, e fu ditto che era a la ferarese. Et il re Christianissimo ballò con quella Mila de Brun con la quale l’altra volta danzò, poi si mise a ragionare con la Regina et con madama de Cia-(eubrian, et cossi passò la giornata fino a l’hora che fu tempo de andarsene. Et andando, se incontrò nel Re anglese che veniva di pranzo e festa di Ardres, stato con la raina di Franza, il quale non havea in compagnia se non quelli che seco fumo in maschara, li quali in quelli habiti si tornavano. El erano 30, dieci vestiti di tela d’oro in habito longo, dieci a la gre-cha di raso violato fodralo di varo, et dieci alla svi-zara con loro penachi et habito expedito et corto