335 MDXX, OTTOBRE. 336 no ducati 70 milia. La spesa è grande, la limitazion voi ducali 29 milia, le spese di reclori eie. non poi suplir ; poi lì è cressuto ducati 200 al Monte nuovo. Quella terra ha sei podestarie : Axola, i Orzi, Lonà, Chiari, Valchamonicha e Salò, et zercha 14 vicha-riadi quali hanno grosse ville sotto de sì, come castelli. Brexa è terra richissima, tulli vestono seda, e cussi le donne. La terra piena di botege, non par sia mai stà saeho. Stanno su le intrude, e desiderano carestia di biave, e non stanno su marchadantie come slavano li so vechii, ma tutti su foze si dà apiaceri. Disse dii merchà di le biave si fa a Desenzan, et la più parte va in terra lodesca, quali voriano uno provedador nobile e pagarlo ; è stati a la Signoria et nulla hanno potuto oblenir, storia ben lì. L’intra-da di Brexa di biave è buona per caxon di le aque e seriole quale conducono dove i voglino, et tutto oro vien dal fiume Ojo che ingrassa il terren. Disse aver zerchà di far justitia indifferentcr e punir li calivi, perchè quando l’andò, trovò quella lerra li-eenliosa, et uno assassin che scampò sul mantoan. Scrisse al Marchese, lo fe’ prender in chiexia, et ge 10 mandò; dii qual fece justitia. Disse dii caso dii vescovo di Recanali fo amazà in bergamasca, trovò 11 delinquenti, et à auto certi arzenti e la mula ; come scrisse tutto consegnò a li fraleli dii Vescovo, el à dii ricever. Sono solum 5 cavali et 4 fanti a piedi quali leno il delito. Or disse, al tempo di la fiera di Crema la briga era impaurita, fe’ 100 cavalli lizieri star in bordine et 100 homeni d’arme a la liziera, e li mandò parte di qua et parte di là, sichè quelli andono a la fiera sono asegurati. Biasimò molto li capi dii devedo. È do brexani per gratia. Meglio saria aver 25 cavali lizieri et mandarli, fariano altra exation ; e disse è gran mal a dar quelli offlcii per grazia ; vanno facendo quello voleno, robano eie. Disse era slà in questo rezimento 3 mexi con sier Jacomo Michiel capitano qual lo reverite, poi il resto con sier Nicolò Zorzi e lo laudò, e la camera è ben governata. Laudò sopralutto il reverendo, don Piero Pagnan scrivali di la camera ; ma si duol di ducali 50 si dà a l’anno a quel Paulo Aguslini, altro scrivano. Laudò la corte: ha fatto juslicia à tutti, a zerchà lenir quella terra uberiosa e sì non feva una provision, le biave cres-seva con danno di poveri homeni eie. 11 Principe lo laudoe de more, dicendo meritava commendatione. Di sier Francesco Corner el cavalier, orator nostro apresso la Cesarea Maestà, fo letere più vechie, di 12, in zifra. 11 sumario dirò poi. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta, e feno Cai di X per il mexe di Novembrio : sier An- drea Foscarini el sier Daniel di Renier, el nuovo non più stato sier Zuan Miani. Item, messeno li Cai di X che alcuni debitori di dadi di le Raxon nuove potesseno pagar il suo debito di perdeda dì dacii in certo tempo di prò’ e cavedali di Monte vechio, dando il quarto di presente. E fo disputata e non presa. Ozi comenzò il perdon di colpa e di pena novi-ter auto dal Papa in la chiesia di le monache di san Francesco di la Croxe. Item, in la chiesia di sanla Maria di la Celestia che le Observanli intrale de lì P hanno richiesto a la Signoria, scrilo a Roma et obtenuto, el eomenzono ozi poi vesporo, et dura per tutto doman. È da saper, in questo zorno, in Quarantia criminal se menò uno caso di una mala qual tajò la testa a una pula a San Trovaxo perchè la moleslava. Fo presa, et fato il processo, li Signori di note la man- -dò a la leze, et li Zudexi di Proprio non fono d’accordo, però che sier Marin Bondimieresier Michiel Baxadona voleano li fosse tajà la testa, et sier Andrea Dandolo non volea, ma fusse confina in vita eie. Ilor andono in Quarantia poi disnar, et menata là disse: « Feme cavar questa anima fuora de sto corpo, e Dio vi farà dii ben. Che bisogna (anta zente? voleu che amaza qualche fìa altra ? chi de gladio ferit de gladio perit. » Ilor il Dandolo introdusse il caso, monslrò per le leze civil P lmperador haver ordinà li mati fanno homicidio li sia perdonà la vita, ma stiano in loco in destrela. Poi parlò sier Michiel Ba- 207* xadona alegando un caso, pocho è, che un mato am-mazò uno in Rialto, li fo fato lajar la testa. Hor questi do Zudexi e li Avogadori messeno li fosse tajà. Ave 11. 11 Dandolo, Consieri e Cai di XL et Vicecai messeno fusse confìnà nel casleio di Padoa a morir; la qual stesse con li ferri ai piedi, questa ave 20 et fo presa. Et nota, eri fo messo in preson uno altro mato amazò do; quel seguirà di lui ne farò nota qui avanti. Noto. A dì 20, per Colegio, fo scrito a sier Alvise Contarmi capitano di Padoa in risposta di sue letere, come havia fato principiar a cavar le fosse di quella cilà fuora di le mure al Portello per poner le aque in quelle, et hessendo stà electi per il Consejo di Pregadi Ire deputati ad andar a veder dille aque, i qual sariano venuti si non fusse stà la egritudine di sier Andrea Griti procurator, uno di deputadi : per tanto debbi sopraslar a la ditta cavazion prò nunc etc. Fo scrito a li rectori di Verona, in risposta di le soe, di le poste di la Cesarea Maestà è stà posle ad Arze su quel leritorio, et che li hanno dati ducati due