551 MDXXI, GENNAIO. 552 la lelera. Disse il Papa : « Avemo queste nove ; non è tante cose; lo Armirante ha auto certo castello et la Maina è ben li, la qual in tante turbolente mai ne ha scrito alcuna lelera » dicendo è insana, dicendo sarà garbugii perchè la Cesarea Maestà non aceterà li capitoli à fallo il Contestabile. Poi mirò su li fanti spagnoli vien di reame, e disse: «sono2500 vien verso nui, farò cavalchar le zenle d’arme al (roto per ob-starli, e cussi le zelile d’arme havemo in Romagna. Volemo difendersi, li dessemo danari l’anno passalo che i vencno e loro ne l’andar via ne fece danni; ma Iddio poi li afogó per divin judicio, sichè non potendo nui dimanderemo ajuto » dicendo « havemo conzo le cosse col marchese di Manloa, semo d’a-cordoconlui » dicendo «havemo ditto a domino Zuan Hemanuel orator di la Cesarea Maestà di quella venuta di fanti che vien a danni nostri, si è oferto scriver, sichè venendo avanti, si doleremo di lui al Re». Poi partono di Pranza,disse non aver nulla, san Marzeo non li dice nulla, ni lui a lui. Scrive, fo poi dal reverendissimo Medici e li comunicò lai nove, il qual andava dal Papa chiamato da Soa Santità; il qual disse, questo è il tempo di ajutar il Gazelli e non bisogna star a comprar stagni e rami, ma di mandarli arlelarie. L'Orator disse che nostri compra rami e stagni per farle, e questo basta, e lui disse bisogneria la Signoria facesse questo. Scrive, fo poi con altri cardinali comunicandoli ut supra. Aricorda si scrivi spesso nove, perchè con queste so-traze dal Papa o dal Medici molte cosse ben a proposito a saperle. Scrive, ha inteso la conduta dii marchese di Mantoa. È di Ianze300, ducati 33 milia l’anno, et ducati 3000 per il so’ piato e altro fin zer-elia 40 milia ; ma ha capitolo non è ubligato andar conira la Cesarea Maestà in persona, ma ben mandar le zenle; ma è un capitolo non dagi recapito nel stalo a disobedienti di la Chiesia. Sichè Francesco Maria di la Rovere non starà più a Mantoa. Et ha inteso, che domino Zuan Hemanuel ha parlato a domino Baldasar di Castion nontio di ditto Marchese, dicendoli el suo signor non si aconzi con alcun senza saputa dii Re suo per esser sotto l’imperio. Lì a risposo, li signori a Mantoa non hanno questa ubligation, e sempre li passati si hanno acordato senza altra saputa. Scrive, la lelera va a la Cesarea Maestà in risposta de li turchi richiesti fu presi su le fuste, l’ha data a dito Zuan Hemanuel qual la man- 332 dora, e ditoli la conlinentia; e come ditte fusto ha-via il salvoconduto dal Baylo nostro da Conslanli-nopoli, però è stà restituito il lutto, ma in altro che vegni si farà eie., adeo dito Zuan Hemanuel è ri- masto salisfato. Il Papa, fato la luna, che sarà Mer-core, va fuora e slarà alcuni zorni, ma tornerà per il dì de le Candele. Ozi è stà concistoro; ha conferito li episcopati et abatie fo dii Cardinal Libret, dali per il Christianissimo re. Dii dito, di 12. Come di fanti vien di reame, il Papa fenze li vengi conira; ma si ha di Napoli, li hanno aulo danari a sua instanlia, et il Piolo dii fra-delo dii castelan andò a farli venir di Sicilia, e come li ha ditto uno zenoese li stava apresso a San Polo, le zenle d’arme è in Napoli cavalchano a requisilion dii Papa verso il Tronto, e si dice publice per la impresa di Ferara, e voi farli uno arsalto a la impro-visa. Scrive, eri mandò Nicolò Gabriele da domino Zuan Hemanuel, qual li dimandò di le nove di Soria, et li disse dille nove, poi senza proposilo disse : « E vero il ducha di Ferai*a si voi maridar? » Rispose non lo saper. Poi dimandò si Ferara era forte. Rispose non lo saper per non esservi mai stalo, e dimandò se l’era una bella terra, disse ha inteso esser fortissima. Scrive, el Papa fa cavalchar le gente et farà numero di fanti lì in Romagna. Scrive, eri fo a palazo e il Papa come lo vide lo chiamò, e li disse : Scrivè a la Signoria, che uno frate Andrea di Ferara, gran ribaldo, ha predichà a Venelia et straparla et inmita le vestigio di quel fra’ Martin, e ha fatto una opera; che la noi lassi farla stampar. Et chiamò domino Pe-* Irò Bembo, dicendoli fate uno breve di questo a la Signoria. Poi il Bembo disse a esso Orator, saria bon la Signoria lo facesse prender. Scrive, il Papa non è ancora partito; dà fama voler prima veder la fin di questi fanti vien di reame. Scrive che in questi zorni, Guzon ... era locotenente dii signor Bortolamio Liviano, hessendo in Banchi a cavallo, vene il bariselo e lo scavalcò, dicendo è persona dii Papa. Fu poslo in la torre di Nona, poi la sera conducto in Castelo. Da Napoli, di Hieronimo Dedo secretano, di 22 Decembrio. Come, quelli de lì fano cavalchar G00 lanze. El capo non si sa chi sia; si tien sarà el marchexe di Pescara, el qual varilo domati si parte di qui, dà vose andar a Tixifonte suo stato. Hali dato la letera va a suo nepote marchexe dii Guasto per la observantia di nostri privilegii, con condition la dagi al portatore, acciò sempre si possi monstrar, et una allra a la Signoria in risposta di quella li dete. È lelere di Spagna li esser gran tumulti, et lo exer-cito di quelle comunità esser fanti 18 milia, 1600 homeni d’arme et 800 cavali lizieri, capilanio domino Piero Guron ; sichè si dubita assai di quelle novità. Luni in Irò la duchessa di Bari lì in Napoli ; nel 332 *