205 MDXX, SETTEMBRE. 206 Morexini qu. sier Francesco so nepote, e sicr Polo suo fratello che è morto. A l’incontro, li Dandoli non voleano dicendo venir a loro eie. Parlò questa ma-tina domino Bartolamio da Fin per i Dandoli, et domino Rigo Antonio per il Morexini. Da poi disnar, sier Carlo Contarmi per i Dandoli e domino Alvise da Noal per i Morexini. Fo expe-dito a hore una di note, videlicet 2 non sincere, 17 di no, 46 che ’1 sia levado. A dì 25. La inalina, vene in Colegio sier Gasparo Contarmi electo eri orator a la Cesarea e Ca-tholica Maestà, et acetoe. Dì Pranza, fo letere di Poesì, di VOrator nostro, di 9, e di Milan, qual fo lete con i Capi, dii Consejo di X. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta. Fo ditto per expedir li villani diUriago, et nulla feno. Fu preso di chiamar uno Cesare fameglio dii conte Antonio di Val di Marin, per il caso di la morte di quel di Seravaie, per il che fo chiamadi per avanti molti altri. A dì 26. La malina non fu alcuna letera da conto. Da poi disnar, fo Consejo di X pur con la Zonta. Noto. Eri vene a disarmar la galia di Salò sora-comito Gabriel de .... e l’altro eri vene sier Zuan Duodo. È da saper, eri fu fato uno per di noze, di sier Zuan Jacomo Pixani qu. sier Antonio, qu. sier Luca in la lia di sier Jacomo Manolesso qu, sier Orsato, nominata Faustina, era monacha non professa in san Biaxio Catoldo, e la leniva sier Zuan Pixani di sier Alvise procurator dal banco, il qual li dà ducati 300 et lei haveva ducali 200; et cussi è slà fallo le dille nozze. In questi giorni, di ordine di Cai di X, fo retenuti alcuni betolieri, videlicet Lazaro et altri ; et questo per sententia fata si feva in ditte bettole stranie cosse, olirà il barar di zoveni, etìam sodomìe etc. Noto. La settimana passata, a dì... da mattina, fo festa, seguile uno caso molto memorando, che una l'emina mata, la qual stava a Sant’Agnese e passava spesso per cerla calle a San Trovaxo dove una pula dì anni.... cridava : « mata, mata, » questa tolse tanto mal tal parole, che in questa inalina la passò di la via, et hessendo la madre a messa, intrò in caxa, et con uno cortelazzo, che ’1 padre era becher, si messe atorno a quella pula, e ferita e morta li tajò la testa e la messe in una piadena; et voleva stran- golar una altra mazor sorella, la qual volendo Dio scapolò, per uno che passò che la tolse di man. Et mandato per li officiali, dita mala fo retenuta et messa in prexon. Quello si farà di lei, noterò più avanti. Noto. La forcha è in piedi: si dovea apichar uno ladro à mazà seie, ma è slà ìnibido, ò prele, che mai in alcun conslitulo ha ditto questo ; per il che fu suspeso. Ma inteso questo, il Principe con il Colegio man- 135 dò per il Legato e per il vicario dii Patrìarcha, dolendosi di queste cosse, tutti si fa preti, disseno voler veder si è la verità e la cossa score. Etìam quelli do ladri doveano esser apicadi, e poi in Quarantia fu preso cavarli uno ochio e tajarli una man, è venuto inibition sono in sacris; sichè la juslicia non è fatta. Per la qual cossa, più di 50 zoveni zenlilhomeni in più volte è andati dal Legalo a farsi far zagi di prima tonsura, et cussi li ha fati: è mala cossa e danno soportar. In questo Consejo di X fo expedìto molte parte etc., si publicha.......ma non da conto. Prima far il sazo di arzenti per quelli di la tocha a fuocho. ltem, per ¡1 cassier dii Consejo di X, si legni conto separato di denari di depositi. Di Pranza, fo leto letere di 9, da Poesì, di V Orator nostro. Come il Re ge havia ditto aver armato 17 barze per conio suo, et havia speso 54 milia ducati, et 4 per conto del conle Piero Navaro, ch’è numero 21, capitano dito conte Piero, armate in Provenza, et uno altro. El a dì primo dii mexe erano parlide per andar in Soria, passar per Rodi e luor quella armada è lì, e andar a sachizar Baruto, Tripoli et Alexandria, terre richissime soto ¡1 Signor turcho al presente. Et l’Orator nostro nulla disse. linde el Colegio stè molto suspeso, per esser materia importantissima ; et preseno scriver al Prove-dador di l’armada vadi subito da Corfù in Cipro con le galìe el si trova, et non dagi recapito nè porto in Cipro a la dilta armata francese per alcun modo, dicendo non haver commission di la Signoria nostra; et scrito in Cipro in conformità, et fo spazà uno gri-po baiando con dille letere. ltem, fono sopra avisar il Signor turco di questo; ma nulla feno. Et doman sarà etìam Consejo di X per expedir questa cosa. Noto. Fo terminato per Colegio, el cussi il di se* quente fo scrito a 1’ Orator nostro in corte ; come il reverendissimo Patriarca nostro manda uno suo noncio de lì per obtenir alcune provixion circha l'onesto viver clericale, e li manda una instrution per-