164 PARTE SECONDA. conservavano i relativi Libri d’Oro, come Amelia, Ana-gni, Ancona, Ascoli, Bagliorea, Benevento, Camerino, Civitacastellana, Corneto, Fabriano, Ferentino, Ferrara, Fermo, Force, Imola, Macerata, Montalto, Narni, Nepi, Norcia, Orvieto, Osimo, Pesaro, Ravenna, Rieti, Ripatransone, Sassoferrato, Senigallia, Spoleto, Terni, Tivoli, Tolentino, Toscanella, Velletri, Veroli e Viterbo. Perugia ebbe una nobiltà distintissima, costituii; i da due ceti : il primo delle Famiglie che godevano il patriziato e la nobiltà generosa, ed erano perciò ammesse ai due antichissimi Collegii nobili del Cambio e della Mercanzia, e il secondo delle Famiglie ascritto all’Accademia dei nobili del Casino : quelle del primo ceto facevano per l’ammissione nei due suddetti nobili Collegii « le prove dei quattro Quarti ». E nella Dele gazione di Perugia godevano pure della prerogativa dei Patriziato e della Nobdtà generosa le città di Foligno, Nocera, Città di Castello, Todi, Assisi e Città dell;; Pieve. Anche in Anagui e Benevento vi fu un Patri ziato (ved. nn. 76 e 77 del Massimario della Consulta Araldica, e, per Cesena, il n. 68). Una circolare-dispaccio 14 maggio 1823, n. 14055, della Segreteria di Stato ordinava a tutte le Delegazioni apostoliche delle provincie romane « la forma zione e trasmissione di uno o più stati, ne’ quali si facesse conoscere quali città abbiano la prerogativa del patriziato o nobiltà generosa, a che numero ascendi' in ciascuna di esse il ceto dei nobili legalmente rive stito di tale qualifica, distinguendo quali sieno le famiglie più antiche e quali riscuotano più delle altri l’opinione e la stima pubblica, anche per la condoli de’ capi di esse, per la probità e per i talenti che li distingue ». A seguito di che si ebbe un vero e proprio censimento nobiliare degli Stati papali, fatto in base a relazioni ufficiali per lo più dottissime e confortai' di documenti che costituiscono una storia autentica « critica della Nobiltà di quelle provincie. È merito del eh. Conte C. N. Bertini-Frassoni aver esumato dagli Archivi della Segreteria di Stato Pontificia quest i magnifica serie, quasi affatto dimenticata anche dai Corpi Araldici statali, di monografie nobiliari locali (chi“ tali debbono veramente considerarsi) e di averle rimesse in onore pubblicandone il testo nella Rivista Araldica di Roma (Annata XXII-1924 e segg.).