483 SIDXX, DICEMBRE. 484 nova, in Provenza Piero Navaro arma barze su le qual monterà i (ioli dii re Zacho per melerli su quella isola. Vien con favor dii duella di Savoja, qual è suo parente. Quello hanno avisano. Di sier Zacaria Loredan provedador generai di Cipro, date in Famagosta, a dì 16 Oc-tubrio. Nara la eossa di francesi a Baruto molto copiosa, sarà qui avanti scripta. 293 Copia di tma letera di sier Zacaria Loredan provedador generai dii regno di Cipri, scri-ta a la Signoria nostra, data in Famagosta a dì 15 Octubrio 1520. Come l’ultime sue fono per la nave di pelegrini, * e questa per advisar quanto è seguilo da poi. El par che la Maestà Cristianissima, mossa da li priegi di rodiani, quali intendevano che ’I Signor turco ne la nova luna del rnexe di Zugno passato era per us-sir fuora per mar el per terra con grande poten-tia, et havendo mandato per loro socorso monsignor de Giorin grande armirante con 12 legni benissimo armati et forniti di valentissimi, parte di mercenari e parte voluntari, li mercenari erano da 2000 et da 500 altri homeni da conto, tra i qual erano molti fioli di baroni e zenlilhomeni di Franza, i quali, come religiosi de la fede cristiana, volun-tieri erano andati per exponer la vita per quella. Questi, essendo zonli a Kodi el dì di San Michiel, et vedendo che ’1, Turco non era ussito a quella impresa, desiderosi di ripatriar cum qualche egregio fatto, tolti de li altri voluntari combatenli a Rodi, con 12 pratichissimi pedoli per sua guida, deliberono di andar a sachizar Baruto, eo maxime havendo inteso che le nostre galie da viazo do-veano star li fin a li 10 de l’istante, con una nave zenoesa carga di mercantie, e conseguenlemenlc molti altri mercanti siriani, si persuaseno finalmente di far aquislo di gran fama e di gran tesoro. Per ii che, Mercore terzo zorno di questo, a bore 22 partirono da Dodi, e il Sabato, a l’alba, scorseno qui in Cipro driedo al cavo di San Andrea a largo in mar, occultando le loro insegne e proibendo che niuno de’ suoi dismontasse in tera, et relenendo li nostri navigi che si trovorono de lì via, aziò la fama de la loro venula non li potesse preceder. Et perchè desideravano parlirse ne la oscurità de la sera de questa insula, sichè non si havesse possulo veder qual via tenivano, et che la matina poi avanti zorno havesseno possulo zonzer a Baruto, la note seguente passarono a le Saline, dove steteno la Do- menicha fin le due bore di noie, dal qual loco si partirono. Et perchè il velilo non li servile, steteno tulio il Luni in mar, et il nono di questo a l’alba aparseno per dieci milia sopra Baruto con bonaza, per il che li fu necessario remurchiarse fin a la terra ; dove zonti ne la terza bora di giorno deteno fondi per prova de le noslre galle pochissimo distante. E per la fusta, dito Gran armirante al Capitano di le nostre galie fece intender che erano francesi amici, e che li volesse mandar el suo armirajo cum li patroni, et dargli il barzoto Justinian et le barche di le galie per tragelarse in terra; il che modestamente li fu recúsalo per molli boni rispecti, 293' el fu pregalo che non volesse far novità de alcuna a quel loco, perchè la non poiria esser senza grave ruina dei nostri merehadanti. Et lui havendo expresso qualche parola fastidiosa, tandem disse che voleva omnino andar a disnar in Baruto ; sichè fato uno grande impeto in descargar le sue artelarie el bersagliar la terra, senza ordene alcuno se imbarcò ne le sue barche et ne le galie sotil, el ad una spia-zuola poco distante di la terra le galie deteno fondo, el lo dicto Armirante cum zercha 800 persone ussite fuori cum le arme discoperte el lanzoni, tra quali erano forsi da 200 de dicli nobeli; quali senza mandar li schiopetieri avanti, che sopra l’armata ne erano da 500, ma concorendo tra loro per consequir el nome da esser stato el primo ad aquistar Baruto, se aviò verso la terra confusi el deslìladi. Il che vedendo li mori, quali erano da 10 milia armali cum una infinità di archi, et per la mazor parte erano drusi con il loro capo emir, se diviseno in do parli, una di le qual se nascose driedo la colina che è per mezo la spiazuola, et l’altra, fingendo temer e scampar verso la terra, se retirò fra molti olivari, lanlo clic se coperseno per fiancho de le arlelarie de Tarmala, et che lolseno francesi de mezo, circha i quali lirono lauta moltitudine di freze davanti e da dietro, che niente zovò a francesi esser armati, e cadauno francese fo infrezalo di 15 et 20 freze, adeo che ii fa necessario meterse in fuga et veder di salvarsi nel maro; tamen li mori el drusi li fono subito drieto, et li hanno lirati in terra, et tandem a circha 400 di loro hanno lajalo la lesta; Ira i quali fu morto etiam el dito Grande armirante. Li altri veramente ritornati forili sopra Tarmata, subilo cum gran dano e vergogna se sono partili, etiam in tanta rixa, che imputándose T uno a l’altro esser Stato causa di lanlo male, che iterimi tra loro ne le nave se hanno dato de molle ferite, et son ritornali qui a le Saline; a i quali nascosamente se ha dato alquanti polli et ani-