C43 MDXXI, FEBBRAIO. G44 snlimana ; ma li allri non erano zonti, et fono per cerio aviso ave Soa Serenità. Di sier Alvise Pimmano conte e capitano di Sibenico, fo lete letere date a dì 8 Zener. Come havia ricevuto nostre letere di 4 dii dito mexe, con l’aviso di le provision fate per defension di quella terra e territorio, unde fece adunar li zentilhomeni et populo riarandoli la continentia di ditte letere, unde tulli di dolzeza lacrimono, ringraliando la Signoria nostra e stanno di bon animo. Questa malina è venuto de lì lo episcopo di Scardona, qual è stato in coloquio con li altri bani e il conte Zuan di Cor-bavia et li Frangipani, quali vedendo non poter resister a turchi, si volcano dar al Papa o a l’Imperador; unde li ha persuasi a darsi più presto a la Signoria nostra. Et cussi ha letera di alcuni di credenza e voi aver il resto, e vera a li piedi di la Signoria nostra. Scrive, aspeta risposta di soe scrile, venendo hoste turchescha a campo a Scardona, se li dia dar soccorso. Dii dito, pur di 8 Zener. Come era venuto a lui uno da Clissa a dirli aver il bassà novo di Bossina ordinato venir a danni di questo territorio e di Clissa et aspetta che lusi la luna. Ha scritto a Zara o altrove a quelli rectori stagino riguardosi etc. Di Spalato, di sier Marco Antonio da Canal conte et capitano, di primo Fevrer. Come a di 22 scrisse a li Capi dii Consejo di X, quelli di Clis-385 sa li havia mandato a dimandar presidio perchè aspe-tava il bassà di Bossina e il sanzacho dii stado di Carzego; avisa mò, come certa hoste turchescha esser venuta a quelli confini di Spalato, da 150 cavali et 200 pedoni ben in ordine, parte arzieri e parte schiopetieri, et veneno a lo caslelo di quel reverendo Arzivescovo e uno altro caslelo di ditto teritorio in tempo di note, ma non poteno far nulla, imo las-sono le scale et rilornono via, con esser sta feriti alcuni di essi turchi da nostri et alcuni morti ; poi eri a bore 1 di zorno, ditti turchi si calono e lui Conte con il populo si messe in arme et mandò li stratioti contra, zercha 400 fanti cernide de li, i qual stratioti scaramuzono con loro. Scrive, esser venuti de lì do noncii dii sanzacho, dicendo voler ben convicinar, et per saper il numero de le anime mancha di ditto territorio per le incursion facte in questo anno; li qual noncii erano qui al tempo di la scaramuza ; et dicendoli di questi danni si fa, che è contra la mente dii Signor turco, disse, scusando il bassà, esser zente di Bossina e zente del Ducalo. Hor scrive, averli, ditto, honorati et carezati, et presentati. A quel sanzacho li mandò uno so’ nontio fo preso da marte- losi, qual portava le letere di F orator dii Turcho al bassà. Scrive, lien sia discordia tra il bassà et sanzacho per la division di presoni, e però ha voluto mandar a saper il numero di presoni mancha, e per veder come si sta in bordine volendo venir a campo a Clissa. Scrive, la galla Basadona è stala de lì per interzarsi; non ha potuto haver homeni, è andata a Liesna per averne etc. Di Constantinopoli, di sier Toma Contari-ni baylo, di 7 Zener, in Pera. Come erano zonti avisi di Soria, il Gazeli esser levà di Aleppo re in-feda, et manda uno capitolo di letere aute di Alepo. Tarnen tuttavia si manda assa’ zente in la Soria, e si dice il Sophì esser zornate 8 di qua da Tauris in uno loco ditto Naserian. Questi hanno messo in bordine di qui galìe sotil 17, et tre sono a Gnlipoli vanno ogni dì remigando per imparar a vogar, che voleno mandar verso il Cayro. Questi bassà voleno far armata insieme con la Signoria nostra e meter uno homa per galìa; è bon farli risposta per aquetarli. Di Aleppo, di sier Andrea Morexini qu. 385* sier Batista, di 22 Dezembrio, al Baylo nostro di Constantinopoli. Come el Gazelli, poi la morte dii Signor turco, tolse Tripoli, Opos el Amaran et vene con exercito sotto Aleppo, et ozi si è levalo di l’assedio; et nomina alcuni armiragi fuziteno in ditto campo, et solo uno armirajo è restato, el per il bon governo di quel capitano turco di Aleppo, stato il campo zorni 10 e datoli bataja zeneral, se ne fuzite perchè se intendeva turchi venivano grossi in socor-so. La nation nostra non ha auto danno, solum di ducati 100, ma era carestia dii viver. Le porte tamen è ancora serate, si dubita il Gazelli non torni et abi usalo qualche arte. Di dito Baylo, di 8 Zener. Come ricevete nostre a dì 24 Dezembrio, di 7 el 8 Novembrio, con la letera del Signor turco, qual la presentò a li bassà. La fono Iradur e portarla al Signor, e li bassà li di-mandono quando verà. Rispose era stà eleclo di primarii di la terra, e dimamlono quando verà. Rispose a la primavera. Disse voria fusse quello fo al Cayro et vene qui a Costantinopoli, videlicet sier Alvise Mocenigo el cavalier, dicendo era homo da praticar. Item, parloe zercha le fuste, cargando quelli di le fuste e quelli di Coron. Li bassà dimandò si ’J capitano era vivo. Rispose credeva di si ; sicliè la colora era molto remessa et le cose lien passerà bene. Di Caramamelh corsaro prese li navilii di Can-dia, disseno li bassà è ribello dii Signor e saria bon la Signoria lo impedisse non podesse andar in Barbaria. E querelando esso Baylo di le 3 fuste prese li