130 PAKTE SECONDA. sudditi, li veri nobili, ai quali solamente, nella nostra legge sopra i Fideconimissi e Primogeniture, è piaciuto a Noi permetterne in avvenire l’istituzione ; e pt>r altri giusti motivi ancora, di nostra certa scienza, e colla pienezza della nostra suprema potestà, determiniamo e comandiamo osservarsi, rispetto alla nobiltà e cittadinanza di questo nostro Granducato, li seguenti ordini. Della nobiltà e sua distinzione. I. —• Riconoschiamo « Nobili esser » tutti quelli che, posseggono, o hanno posseduto feudi nobili, e tutti quelli che sono ammessi agli Ordini nobili, o hanno ottenuto la nobiltà per diplomi nostri o de’ nostri antecessori e, finalmente, la maggior parte di quei che hanno goduto, o sono abili a godere presentemente, il primo e più distinto onore delle città nobili loro patrie ; e « Cittadini » quelli, che hanno, o sono atti ad avere, tutti gli onori delle città, fuori che il primo. Perciò ordiniamo che, nelle nobili città di Firenze, Siena, Pisa, Pistoia, Arezzo, Volterra, Cortona, San Sepolcro, Montepulciano, Colle, San Miniato, Prato, Livorno e Pescia, le enunciate nobili famiglie si registrino per tali pubblicamente in un nuovo libro a parte, e che le rimanenti, ammesse a tutte le borse, fuori che alle prime, restino scritte, come avanti, per citta dini a libri pubblici, nel modo e forma, e colli requisiti sotto espressi. II. — Nelle prime sette antiche città di Firenze, Siena, Pisa, Pistoia, Arezzo, Volterra e Cortona, vogliamo che tal descrizione di nobili, si faccia distinta in due classi : alla prima delle quali diamo il nome di Nobili Patrizi, all’altra quello solo di Nobili. III. — E nelle sette rimanenti città, meno antiche, comandiamo che si scrivano, per ora, tutti li nobiii indistintamente, sotto l’unica classe della nobiltà ; riservando a Noi ed a’ nostri successori granduci», di graziare, a suo tempo, benignamente, esse ancora della distinzione del patriziato. IV. -— Dichiariamo che le rimanenti città del nostro Granducato quivi non espresse, non possano avere il rango nobile, per esservi nelle medesime, attesa la poca popolazione, stati ammessi, senza alcun riguardo,