CHERSO ED OSSERO SOTTO I.A SERENISSIMA 35 che alle utili e belle costruzioni ora compiute nell’ isola dal governo fascista, e specie alla magnifica strada di Tramontana, possa anche aggiungersi la conduttura in città delle acque del lago di Vrana. Le cure per 1’ acqua e per la nettezza stavano in relazione con lo scoppiare frequente e il rapido diffondersi di malattie contagiose, e specie delia peste. Per mancanza di notizie, non posso assicurare se quella che infierì orribilmente anche in Dalmazia nel 1348, abbia fatto le sue vittime pure nell’isola nostra. Sappiamo invece che la peste nel 1361 fece strage ad Ossero, e che il vescovo scappò a Zara. Da un documento inedito del 11 novembre 1451, da me studiato, si apprese che il morbo per due anni, di seguito avea infuriato a Cherso, obbligando alcuni ad abbandonare il paese. Certo è che i cittadini spasimavano, come dissi, di fronte a tale flagello, . considerando (leggesi all’anno 1556 de’ Libri-Consigli), quod Deus avertaf, che è meglio morir de fame che de peste “. Ai primi sospetti o indizi del morbo, si costituiva l’analoga commissione, che, formata dal conte e capitano, dai due giudici e dai pubblici funzionari addetti alla sanità, provvedeva a tener lontano ed a soffocare il contagio. Più volte per avere i necessari mezzi s’imponeva „ una colta generale di quattro soldi per fogo “. Le disposizioni erano sempre molto energiche : vedette per l’isola, guardie alle mura, 1’ entrata in città concessa soltanto „ per le porle maistre vietata ogni comunicazione con luoghi infetti. Essendosi constatati alcuni casi sospetti di peste a San Martino in Valle (1554), il consiglio proibiva agli agricoltori chersinl che aveano colà delle vigne di recarvisi per la vendemmia: disponeva che si bruciassero le case dei morti di peste, e premiava il lavoro del . pizzigamortus “. Ad una bambina di quel castello, rimasta senza genitori, il comune deliberava di dare cento lire perchè potesse ricostruire la casa bruciata. A malgrado che il reggimento della contea, rispetto ai morbi contagiosi vigilasse con molto rigore sia verso „ li luochi della Dalmazia, che dell’ Imperio et altri luochi sospetti “, nel settembre del 1691, voci infondate e forse malevoli aveano diffuso la notizia che nell’ isola di Cherso-Ossero s’erano verificati dei