441 MDXX, DICEMBRE. qu. sier Alvise et uno da Como, intravien intromis-sion di Avogadori, et fo lermenà aldirli ozi. Di Roma, fo letere di sier Alvise Gradetti -go orator nostro, di 27, et di Napoli di Hiro-ìiirno Dedo secretano. Il sumario dirò di sotto. Vene Thodaro Paleologo, stato di ordine di la Signoria nostra eri da l’orator dii Signor turco, qual era molto turbato, et non si contenta, voria danari per le cose dcJe fuste eie. Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria e Savii per la causa sopradila, e parlono li Avogadori et avochali. Fo falò il parenti di la fia di sier Hironitno Zu-stignan procufator in sier Vicenzo Grimani di sier Francesco, qual à aulo dola ducati 10 milia. Et fo fato in Procuratia noviter conzala, sta benissimo, ben adornala et ben fabricata, e tutto ben inteso. A dì 2, Domenega. La matina, non fo nulla da conto. Eri sera fo letere di Franga, di sier Zuan Ftadoer orator nostro, di Ambosa, a dì.... et da Milan dii Secretano. Il sumario noterò qui avanti. Da poi disnar, fo Gran Consejo. Falò ducha in Candia sier Marco Minio el consier, qual fo elelo orator al Turco, ave 1040, 424, et soto sier Dona Marzelo, fo Consier, 655, 812, poi sier Alvise Mali* piero, fo Cao di X, qu. sier Stefano procuralor, 535 935, et sier Antonio da Mula, fo Consier, 445, 1022. Item, acliadete cossa nolanda : si fece eletion di un Consier in Candia, tolti sier Piero Gradenigo fo di sier Marin, sier Zuan Francesco Gradenigo qu. sier Lionelo, sier Hironitno Arimondo qu. sier Fantin, tutti tre con titolo di XL, et sier Hironitno Falier qu. sier Tliomado, el rimase sier Piero Gradenigo, e fo dalo nolicia a la Signoria non si poteva provar, perchè sier Sebastian Juslinian el cavalier, proveda-dor zeneral in Candia, intra capilano de lì, et è suo zerman cuxin. Et cussi fo rebalotali li altri Ire, et rimase sier Zuan Francesco Gradenigo, qual rirnaso, 269 * fo etiam fato saper non si poteva provar per leze, atento sier Lorenzo Bondimier, suo cognato, andava Consier a Retimo. Et chiamalo a la Signoria, el dito alegò molli casi, et sier Andrea Soranzo era Consier in Candia, et sier Jacnrno Soranzo Consier a la Cania, et sier Antonio Loredan ducha et sier Luca Loredan retor a la Cania a un tempo, et al presente sier Sebaslian Juslinian el cavalier sarà capitano, et sier Hironitno Juslinian è relor a Retimo, tamen li Consieri, sier Luca Trun vicedoxe, sier Donà Marzelo, sier Nicolò Venier et sier Antonio Juslinian dolor, perchè sier Marco Minio era andato zoso, et sier Balista Erizo non inlrado, terminono non potesse esser ritnaso e rebalotono li do. Siché sier ili -ronimo Arimondo, che fo tre volle balolalo Consejer in Candia, non havia passalo la milà dii Gran Consejo, a la quarta rimase. Et questo fa le falal dispo-sitione, che ad ogni modo voleva ozi el rimanesse Consier in Candia. Le altre voxe tulle passoe, el 5 XL nuovi lutti vechi, vidélicet sier Alexandro So-ranzo, sier Piero Dandolo, sier Nicolo Querini, sier Antonio Michiel el sier Lorenzo Gradenigo. Noto. In questo Consejo, poi andato li banchi a capelo, fo publichà, per Gasparo di la Vedoa, atenlo il Consejo precedente non fosse publichà rimasto alcun ai panni a oro, che fo tolti sier Zuan Bondimier di sier Marin e sier Zuan da Mosto di sier Francesco, i qual tulli do passono, ma pareva eror e si voleva rebalolar, e per l’ora tarda non si rebalola. Hora visto le leze, si lermena e publica, sier Zuan da Moslo esser rimasto ; cosa contra le leze, che poi aperto Gran Consejo non se poi far altro, poi li Consieri i erano quel Consejo è ussidi : tamen li Avogadori lassò passar. Et non fo ditto altro, ma fu mal exempio. El noia, sier Zuan Bondimier, per quelle de si e di no era rimaso, ma non voleva intrar, linde lassò il Mosto pralichasse e si facesse publicar rima-so, el cossi fo l’alo contra le leze. Sumario di una teiera di Roma, di 26 No- 270 vembrio 1520, scrìtta per Marino di Fogio a sier Marco Antonio Michiel di sier Ve-tor, partito di Roma per Venecia. Noi siamo stati al viazo solito, el veramente con grandissimo piacere giongemo in due giornate in Corneto, dove si trovava il nostro Signore. Forono longe zornale, e il reverendissimo Triulcio volse cussi. Il zorno sequenle si andò a Monteallo e li si siete zorni 4, et furno fitte belissime caze con presa per cadauna di loro di fere numero 50 in 60, et ultimamente il nostro Balista palafreno fo ferito di uno cervo ne la gola, et è stalo molto male, et ogni homo judica non fu fóto mai le più belle. Essendo in Montealto, vene nova di la morte del reverendissimo Sanla Maria in Porlico, qual ha renoncialo tutti li benefici poteva renonciar. Aspetemo di zorno in zorno mora uno altro cardenal, aziò si observa la regula. Ritornali che si fu in Corneto, si siete zorni ... et li fu fallo anco belissime caze con prese di fere come ne l’allre. Poi in Civilavechia fu fallo apresso la marina una caza in uno locho che era boscho de