CHERSO ED OSSERO SOTTO 1.A SERENISSIMA 103 Devesi anche rammentare che il governo in tulti i tempi rispettò e tutelò i diritti del popolo, in quanto essi erano fondati sulle disposizioni del patrio statuto. Quando, sul finir della repubblica, certi conti e capitani cominciarono a violarle, col nominare direttamente i dodici del popolo, eliminando i boni homi-nes, e con l’investirli nella stessa seduta del diritto di votazione, protestavano unanimi i consiglieri presso il provveditore generale della provincia. Fino dai più remoti tempi (dicevano) nelle sedute ordinarie, dopo 1’ elezione dei giudici e degli altri impiegati del comune, si passava alla nomina dei dodici proposti dai boni homines : quelli, se graditi al conte, prestavano il giuramento e nei successivi consigli, per sei mesi, votavano con i nobili. Ma sorpassare le attribuzioni dei quattro uomini probi, ed eleggere direttamente e prima delle altre cariche, i dodici, loro conferendo la facoltà di votare nell’ ¡stessa seduta, è „ abuso e novità turbativa del metodo costitutivo, pericolosa nelle sue conseguenze “, asserivano i consiglieri del comune nella protesta. Ed il provveditore generale Angelo Diedo dette loro ragione nello scritto diretto da Sebenico al conte e capitano di Cherso-Ossero, Michele Morosini, addì 25 maggio 1791: e v’aggiunse anche queste notevoli parole : „ I Privileggi dei Corpi devono garantirsi dalla Pubblica protezione, e 1’ alterarli è riservato solo alla Sovrana Podestà che si compiacque di concederli .... è troppo giusta e ragionevole l’instanza prodotta, perchè unicamente diretta a far rivivere, senza lesion dell’altrui prerogative, le Statutarie municipali discipline, ed Ella si darà il merito di vegliare alla integra manutenzione “. Ma non ostante il rispetto avuto dal governo veneto per i diritti statutari del popolo minuto, ben più umani, ampi e con-forlevoli di quelli vigenti nell’ Europa feudale, nonostante il patrocinio da San Marco accordato a quei diritti, quand’ erano contenuti nell’ ambito della legge, i rapporti tra i nobili e i popolani, spesso non buoni per lo passato, s’inacerbiscono intorno al 1793, ed hanno, s’intende, ripercussione nel patrio consiglio. La fonte dei rancori, e quindi dei contrasti, è sempre la stessa: il diverso stato sociale politico e se, vogliamo, culturale dei due ordini della cittadinanza ; 1’ uno, il nobile assertore, e difensore