_ CHERSO ED OSSERO SOTTO LA SERENISSIMA 65 suo bel documento legale, che gli assicurava sonni tranquilli. E molti di questi atti, e specie testamenti e contratti e inventari, sono compilati con una minuziosità e meticolosità da muovere al riso, e ciò nell'intenzione di togliere alle parti ogni appiglio, ogni velleità di opposizione e contestazione, ogni pretesto o motivo per imbastire cause, scarsa essendo la fiducia sull’ equità de’ cittadini, e universalmente nota la tendenza ai contrasti ed alle liti. Quindi alle volte 1’ oggetto di qualche contratto è proprio buffo ; ne trascrivo uno solo, e basterà, togliendolo dagli atti inediti del notaio chersino Andrea de Proficis (1575-1595): , 1575 adì 27 Aprii In Cherso, nella Cancelleria piccola, dove messer Andrea de Petris, figlio del quondam messer Andrea Cavalier, fa accordo con mastro Nadalin Carbolino di farsi lavar (levar? sbarbare?) et tosar dal soddetto mastro Nadal, dandogli per premio et pagamento alle sue fatiche, Lire 3 1 all’ anno, e questo vuol che sia per anno uno solum, et per la sua persona, et non per alcun altro, promettendo dargli gli soprascritti danari, cioè le Lire tre ad ogni suo beneplacito ; qual lavar vuol che sia ogni settimana una volta, et il tosar quando gli sarà di bisogno, et gli piacerà; I Lire italiane 5.55. Ecco un elenco delle monete uenete ed il loro corrispondente valore. II ducato d'oro o zecchino equivaleva a circa 12 lire italiane. Il ducato d’argento fu coniato nel 1561 e constava di 6 lire venete e 4 soldi. Il bisan-zio o bisante d’ oro valeva circa 15 1. i. La principale e più importante moneta veneziana era la lira di piccoli, detta anche lira veneta, oppure semplicemente lira (libra parvorum, ovvero libra denarìoruvi parvoruvi) ; dividevasi in 20 parti, dette soldi, e ciascun soldo suddividevasi in 12 denari piccoli o bagattini. La gazzella valeva 2 soldi, il bezzo 6 denari. Il valore della lira venela, sia quello intrinseco che quello in rapporfo al ducalo d’ oro, andò sempre più scemando, e se nel 1382 corrispondeva a 1. i. 3.08, nel 1740 era sceso a 0.55. E corrispondentemente diminuì il valore del soldo, del denaro, della gazzetta e del bezzo. Per 1 maggiori importi c’ era la lira di grossi (libra grosiiorum), composta anch’ essa di 20 soldi grossi, e, ciascuno di questi, di 12 denari grossi. La lira di grossi equivaleva a 10 ducati d’ oro. Due soldi grossi corrispondevano ad un ducato : il denaro grosso era la dodicesima parte del soldo. Bernardo Benussi, Ragguaglio delle monete, dei pesi e delle misure per servire alla storia delle nostre provincie, 1928.