Cherso ed ossero SOTTO LA SERENISSIMA 33 che ci slanno a disagio; eh’esso è non solo „ dedecoroso ma di grande pericolo alla città „ per il fetore intollerabile che tramanda ", facile causa „ di una corutella d’ aria, da cui emerga perniciosa influenza adosso questi habitanti E si corse ai ripari. Ciò nonostante nel 1725 Demetrio Mi-notto, appena giunto al reggimento della contea, bandisce quel significativo elenco di prohibitioni, da me già pubblicato (Note storiche p. 71), e alla cui istruttiva e gaia lettura io rimando i curiosi. Sembrerebbe però che neanche i divieti del Minotto abbiano avuto intera efficacia. Nel 1773 il mandracchio è di bel nuovo quasi munito, e spande all’ intorno esalazioni, non solo poco gradevoli, ma addirittura pericolose, tanto che il consiglio ai 9 maggio, con tutti i 26 voti prosperi, delibera di spurgarlo, di accomodarne le rive, e pure quelle del porto, della Pallada, a spese, parte della comunità, e parte di quelli che „ hanno Barche, Barchete, Trabacoli, Pelighi, Tartanelle e Copani “. Ma il popolino non ¡smette le cattive abitudini e chi governa non ha la volontà o la forza per far rispettare gli ordini e le regole del vivere civile. Raccoltosi nel novembre del 1785 il Colleggetto della Sanità, sotto la presidenza del medico-fisico dott. Scipione Capitanio, decretava di „ sgombrare questo Mandracchio, repulire le strade interne della Città, impedire le acque stagianli, per rendere più salutare l’aria e liberare questi abitanti da quelle fatai influenze...“. Ma il medico-fisico morì (dicembre 1787). senza veder ultimati i lavori. Nel 1793 il conte e capitano Nunzio Querini, appena giunto a Cherso, avendo „ nel giro fatto della Città, osservalo le strade “, per conciliare la pulizia con la salute, comandò che si nominassero Quattro Deputati alla Pulizia, da mutarsi ogni anno. E siccome ci si parla pure d’ un mondezzaio pubblico, forse le cose andarono allora un po’ meglio. Ma a dir vero un po’ tardi. Numerose, massime nel secolo decimosesto, le provvidenze perchè ci fosse acqua potabile a sufficienza e non venisse inquinata. E mentre la città ancor oggi è priva d’ acqua corrente, al principio dell’ anzidetto secolo si ricorda „ il Pozzo nuovo “, „ il Pozzo Marlin “ e la „ fontana di Raciza “ (1502), e pure un’ altra se ne vuol ricercare. Già nel 400 fuori delle mura esisteva la