293 MDXX, OTTOBRE. 294 chese di Mantoa, vieu qui a la corte. Item, manda letere di l’Orator nostro di Anglia, etc. Dii dito, dì 29. Come fo da la illustrissima Madama, et volendo comunicarli quanto havia comunicato col Re, disse non bisognava, il Re li havia ditto il tutto, e sempre saria di bona mente verso la Signoria nostra. Monsignor Memoransin è partito [ter Anglia, et il nontio di Mantoa venuto, à inteso esser perchè il suo signor atende esser fato Capitanio di la Chiesa, et il Papa è contento tuorlo, e voi questa Maestà pagi la mità. Dii dito, di 30, ivi a Poesì. Come il Cristianissimo si parte, va a Bles a visitar e veder i tioli, poi verso Lion, et cussi la corte li va driedo; e lui Orator si scusa se non potrà cussi spesso scriver. E Soa Maestà era zà partila, ma anderà ca-zando, sichè di raro si Iroverano insieme: al qual parloe prima si partisse, et li disse di la venuta dii nontio dii marchese di Mantoa, perchè voi acordarsi col Papa, e che Soa Maestà pagi la mità dii stipendio, dicendo, esso Marchese trata quesli accordi contra la forma di capitoli, per esser di l’ordine di San Michiel e non lo poi far, poi à lanze 50 con Sua Maestà. Al qual non li ha risposto altro, anderà inlertenendolo. Etiam 1’ allro orator stà qui a la corte, è con lui. Scrive, è zonto lì el signor Lorenzino fradelo dii Cardinal Sai viali ne-pote dii Papa ; l’orator di Ferrara, è amalato di febre. 184 Di Anglia, dii Surian orator, date a Londra, a dì 9 Settembre. Come, la peste essendo grande in ... . dove era il Re, Soa Maestà è partila e venuta in Rezimont, dove starà tino in Londra cessi totaliter la peste; la qual stà bene. Scrive, l’orator francese li ha fato intender come quesli oratori cesarei non cessano di veder di tirar questa Maestà a le so’ voglie; ma Soa Maestà è costante in mantenir l’amicilia coire Cristianissimo; et altre particularìtà, ut in litteris. Dii dito, di 20. Come 1’ orator francese li ha fato intender, che el re Cristianissimo havia scrito al re di Anglia, come domino Philiberto proposito, orator di la Catholica Maestà, lo havia persuaso a lassar l’amicitia di la Signoria e dii duca di Geler, il che facendo sariano d’acordo insieme; et di l’aver risposto, non volerlo far per alcun modo. Unde, questo Re havia chiamato li oratori di esso Cato-lico re, et ditoli il suo Re feva mal a tratar queste cose, ch’è principii di guerra fra cristiani, laudando la risposta dii re Christianissimo. Et che li haveano risposto, che dito Philiberto havia proposto da lui e non per comniission di la Cesarea e Ca-Iholica Maestà. La qual comunichation esso orator francese lo pregò la tenisse secreta ; et cussi voi te-nirla, ma pur, zonto il reverendissimo Cardinal E-boracense, qual sarà sabato de lì, anderà a parlarli con bel modo. Da Milan, di Alvise Marin secretarlo nostro, di 6. Come havia ricevute nostre da esser annunziale a monsignor di Le Scut, zercha l’andata di lo episcopo di Lodi a sguizari eie. Et le-tere intercepte, ut in ea. Scrive dii dito Episcopo zà questo Avosto parloe; non li par di dir altro, ma ben dirà dii reverendissimo monsignor di Lu-trech, è zonto in Aste, dove starà 10 zorni, aspeta zonzì monsignor San Marzeo, qual vieti di Pranza, mandato dal re Cristianissimo, et va a Roma. Dii dito, di 10. Come monsignor di Scut li ha dito aver letere di la Concordia da domino Andrea da Birago, è commissario per il Papa de lì, come il conte Cristoforo di Segna Frangipani l’havia mandato a far fanti in Mantoa' et in veronese, per il che esso monsignor feva meler in ordine le zente a quelli confini aziò steseno preparate, et scrito al signor Governador noslro a Verona stagi etiam lui preparato, aziò bisognando possino cavalcliar verso la Concordia. Item, manda letere di l’Orator nostro in Franza. Item, ha inteso il re Catolico voi acordar 184* il ducha di Bari con lo episcopo di Lodi di diffe-renlie hanno insieme, videlicet il ducha di Bari habi il Stato di Milan, e lo episcopo di Lodi lo governi. Di Candia, di sier Antonio Morexini duca, sier Marco Landò capitano, sier Sebastiano Justinian el cavalier provedador zeneral, date a dì 27 Avosto. Scrive nove di Damasco, auto di la morte di sier Anzolo Malipiero consolo nostro, et dìi signor di Tripoli, e il castelan, é uno gran maestro, chiamato .... si dice è stà tosegali. Scri-veno si provedi di danari per far dite fabriche etc. Dii ditto, di 4 Septembrio. Come, havendo in questi zorni il Franchini cargato do grippi, l’uno con robe di sier Antonio di Prìoli qu. sier Domenego, l’altro di sier Matìo Bernardo per Alexandria, e per letere di sier Agustin Grilì retor di Sitia, di 29 dii passalo, si ha come a una hora di note, al levar di diti gripì di porto, par che tre fusle di turchi li habino asaltadi: l’uno di banchi 22 pizoli, di’ è le robe dii Priolì, tolse la volta di la terra, l’altro fuzite via e si salvò. Le fuste seguì quel di la terra, e li homeni vicino mezo mio a terra si bulono a l’aqua e scapo-lono, e tolse quei turchi il gripo cargo, e lo menoj rono via. Poi par ditti turchi messeuo in terra lì