CHERSO ED OSSERO SOTTO LA SERENISSIMA 47 s'intende, in italiano : „ Nicolaus Crassich, Pubbl. Praeco, ad alta voce praeconia, sub logia magna, mandalo Domini Comitis, slridauit et proclamauit suprascriptas proclamationes et ordines, leggente et declaranle de verbo ad verbum Alexandro Parise Marosticensi Vice-Cancellario .... presentibus sier Antonio de Petris, sier Donalo de Flumine, sier Andrea de Venetiis, sier Nicolizza de Vegla, el multiludine populi copiosa ibidem adstanli, audienli el intelligenti . . . “. Per quelli che vogliono negare la storica italianità dell’ isola, dirò che neanche in quesle righe latine si fa il minimo cenno ad una lingua slava ; il cancelliere lesse e spiegò parola per parola il proclama in ¡(aliano, perchè nato a Maroslica altra lingua non conosceva ; il banditore ripetè, e non già tradusse, le sue parole, e la numerosa folla presente udì e comprese. Restò riservato ai tempi successivi di mutare la lingua dei bandi, ma poi, ancora durante il dominio austriaco, il comune palriotticamente ripristinò l’antico uso italiano ; pure oggi tutta la cittadinanza si serve delle remote voci venete stridar, stride, far la cria ecc. Dopo questa digressione, giustificabile dall’ amore di difendere l’antica italianità dell’isola, ritorno al precedente argomento. Come nel comune italiano, il patrio consiglio dovea pensare a tulio, alle cose grandi ed alle piccole, e di esso avea le benemerenze, le debolezze ed i difetti. Favorisce l’esportazione a Venezia di legna da fogo, olio, vino, rasse, lane, formaggi, o meglio, come allora si diceva, formagli, e procura che colà i chersini facciano buoni affari e non vengano imbrogliati, specie nella vendita degli agnelli (1513). In cillà non c'è un abile fabbro, e il consiglio si prende la cura di farvi venire „un acto et bono magistro“ (1497); ma Simon „ favro “ non possiede .una mola da guar“, ed esso gliela dona (1505), e a „ mistro “ Paolo, pure „favro“, si largiscono „ per amor de Dio “ tre ducati, affinchè possa acquistar un „ folo a Simon „ tinclor “ invece se ne danno a prestito sei, perchè si comperi i colori (1553). Ma le spese per le fabbrili faccende erano troppo costose alla comunità, e „ reputandosi . mollo acconcia, all’ economico di lei interesse “, accettava la proposta di Marco Glavan (15 die. 1791) di „accomodar li ferri tutti delle Porle della città, Porporella, Prigioni, cancello della Sanità,