CHERSO ED OSSEUO SOTTO LA SERENISSIMA 85 iniziò il reggimento ai 3 dicembre 1659, lo terminò ai 3 dicembre 1661 (Arch. Corr.). Agostino Tron fu Domenico, fu eletto ai 2 agosto 1661, accettò la nomina ai 29 agosto, iniziò il reggimento ai 4 dicembre 1661, lo terminò ai 3 dicembre 1663 (Arch. Corr.). Giovanni Minio, fo sier Giacomo, fu eletto ai 3 agosto 1663, iniziò il reggimento ai 13 aprile 1664, lo terminò ai 12 aprile 1666 (Arch. Corr.) *. Nicolò Bragadin, fu Giovanni Battista, fu eletto ai 12 dicembre 1665, iniziò il regg. ai 10 giugno 1666, lo terminò ai 9 giugno 1668 (Arch. Corr.). Giovanni Bembo, fo Zamaria, fu eletto ai 9 marzo 1668, iniziò il reggimento agli 11 luglio 1668, lo terminò ai 10 luglio 1670 (Arch. Corr.); altrove il conte viene chiamato l.io. Francesco Bragadin, fu eletto ai 10 aprile 1670, iniziò il reggimento al Io maggio 1670, lo terminò ai 4 aprile 1672 (Arch. Corr.). 1 Precedentemente io ho descritto il miserevole sialo della sicurezza pubblica nella contea, specie durante i primi secoli della seconda dominazione veneziana. Ma in quali gravissime condizioni il governo ungherese abbia trasmesso alla Serenissima la sicurezza pubblica dell' isola nostra, lo prova la ducale del 16 luglio 1410 con cui il doge Michele Steno, udito il parere del senato, approvava la proposta del conte Giorgio Foscarini e delle comunità di Cherso ed Ossero di metiere sulla forca ; suspenda!ur per yulam) i ladri rei di furti eccedenti il valore di 25 lire de’ piccoli (circa 77 lire italiane) ; la punizione dei malfattori colpevoli d’aver rubato oggetti d’un valore minore, si lasciava alla discrezione dei rettori. In seguito lo statuto inflisse la pena capitale per furti d’ un valore sorpassante le 90 lire de’ piccoli (circa 213 lire nostre). — Nel seicento i delitti sono alquanto scemati, ma che la tranquillità interna desse ancora molto da pensare al sopramenzionalo conte Giovanni Minio, lo prova il seguente bando, Inedito, da me or ora trovalo e trascritto molti anni or sono dall’originale del 1666, che si conserva nell’archivio comunale di Cherso :.....medemamente che non vi ha alcuno che sij di tanta temerità d’ ardir, per qualsivoglia causa, opporsi a Pubblici Nostri Ministri, nè meno portar armi prohibite, cioè Stili, banchetti, Spontoni, Triangoli, balle de ferro... Archobuggi rodati e d’ azzalino, Pistole, Terzette, Pistoni, o di qualsivoglia sorte prohibite dalle leggi, per questa Città e Territorio; permessi sono gli Archobuggi di giusta misura, i quali s’intendono anco prohibiti il portarli sopra le Sagre e feste da ballo, sotto le pene contenenti nelle parti... Un tanto incorreranno anche quelli che sfodrassero arme sopra la Pubblica Piazza, Loggia, Riva, od altri Luoghi Pubblici...“.