IV CODICE DIPLOMATICO BARLETTAtÌO Con queste pubblicazioni le fonti di studio per la storia della Città di Barletta vennero mano mano ad accrescersi. E anche a non far cenno dei documenti e delle notizie originali pubblicati dal Prologo, Le carte di Trani (1877); della Cronaca del Gravina per i fatti svoltisi in Puglia fra il 1343-1360; del Carabellese, La Puglia e il suo comune nell’alto medio-evo (1905); del Caggese, Roberto d’Angiò e i suoi tempi (1922); di Ughelli, L’Italia sacra (1721); del Vitale, Dagli Angioini agli spagnoli (1912); del Rogadeo, Gli ordinamenti economici, ci basterebbero per tutti la pubblicazione eie Le pergamene dei conventi soppressi di Barletta, fatta a cura del Conte Filangieri di Candida (Archivio di Napoli); quella de I libri del Cancellerà to della Università di Barletta del Comm. Beltrani di Trani, di imminente pubblicazione, e il primo volume del Codice Diplomatico Barlettano, che — auspice ¿’Associazione Amici dell’Arte e della Storia Barlettana — oggi vede la-luce. Seguendo l’or me delle precedenti pubblicazioni e la sincera espressione della sua laboriosa cittadinanza, rinnovata dopo la guerra, il piccolo Codice delle pergamene barlettane raccoglie fatti ed episodi nella loro forma originaria, i quali, mentre ci ricordano cenni ed attività scomparse nel territorio, che da Monteverde a Conza scende sino al nostro Adriatico, conservano una certa impronta di unità storica pur essendo di indole così disparati. E perciò privilegi e concessioni di Re sono stati sottratti dall'oblìo; bolle e decisioni di Pontefici; provvedimenti e dichiarazioni di Vescovi; accenni di organismi statali e comunali; usi e consuetudini ormai tramontati; produzione, commercio, attività locali e forestiere; classi di nobili, popolani ed ecclesiastici ; diritti feudali e civici: un insieme di energie latenti e dimenticate — dopo otto o nove secoli — ritornano dal buio nascondiglio degli archici a risplendere di vivida luce nel bel cielo di Puglia.