655 MDXXI, FEBBRAIO. 656 do oratori fo duplici™ il presente, come le’ il re di Pranza che donò a tutti 4 Oratori quando fono a Milan, dicendo questo Signor non è come era Selim, il qual, come scrive il Baylo, dice voria il padre suo fusse vivo acciò governasse il suo stado. Poi disse, mandono a donar a Peri bassi tanto più che li basta, e lui è il capo. Rispondendo a parte a parte al Griti, non è da butar via il danaro, si crepa a aver un ducato, poi disse lui è sta di quei non ha voluto spazar per veder quello seguiva di la Soria et Egi-pto acciò il nostro aver non fosse messo a sacho in la Soria, e ancora è da dubitar, perchè il Sophì era 8 zornate di qua di Tauris, e sì ben il Gazelli è levà de l’impresa, forsi è una stratagema. Hor andò le parie: una non sincera, una di no, di quella di sier Polo Capello e compagni fo 86, di quella di sier Antonio Grimani procuralor e compagni fo 113, e questa fu presa, et lo fo di questi. Fu posto, per li Savii sora le aque, atenlo sier Piero da Canal fo camerlengo a Vicenza condannato per il Consejo di X per furante, facesse di ricever da alcuni debitori di camera ducati 300, e li danari non corse; il qual Canal è frate in li Carmeni: per tanto sia preso che diti Savii sora le aque debi in-querir di quelli danari, servato juris ordine; et auli li danari sia per spese dii suo officio ete. Fu presa, 4 di no. Fu posto, per li diti, poter vender 6 expelative * di 6 vardiani a l’officio di Signori di noie, e li danari siano al detto officio, ut in parte, con condi-tion di palalieri, eie. Et io Mariti Sanudo ex débito conscientiae andai in renga a contradir, unde fo rimessa et non andò la par^e. Sopravene letere da mar per barche aposta da Liesna venule, qual fono lete e il sumario è questo : Di Liesna, di sier Francesco Nani conte e provedador, di 18 Fcvrer. Come ha auto lelere da Corfù, qual manda letere di Candia expedissa quelle per barcha aposta, et par che Caramamech corsaro con 4 galìe et 13 fusle sia andato in Arzi-pielago a Micone, Tino e Schiati ut in litteris. Di Corphù di sier Bernardo Soranzo, baylo e consieri. Come, hessendo zonto de lì una barcha dii Zante con letere di Candia, la expedisse a Liesna. Scrive la nova di esser sta sachizato Tine et Micone, el che in certo porto a Micone erano tre nave et 7 schierazi di Candia, unde scrive, havendo esso Baylo il governo di l’armata, partilo il Provedador di quella di lì, parse mandar 3 galìe era de lì, zoè Gradeniga, Liona et Bondimjera a Cao malio per veder di saper qual eossa, con ordine relegni la Trevisana dovea venir di Cipro, et vadino fino in Candia; a le qual galìe à dato sovenzion di do page di ducati 2000 li fo lassati per il Proveditor, e zonta sarà etiam la galìa Basadona de lì, darà la paga, et cussi a la Fa-liera vene in Hislria a portar le letere di Cipro. Scrive, come è venuto uno flambulo di la Valona a 392 quelle marine, qual ha parlato a uno interprete, etc. e diloli armava l'uste di ordine dii Signor per ruinar albanesi, però voi sia su ditte fusle uno di nostri per una acciò dicesse quali erano subditi di la Signoria nostra. Scrive, a la Valona erano 7 fuste et 4 fo date, sichè sarano 11 ; è da aprir li ochi. Dii ditto, di 28. Come, pagando la galìa Gradeniga, zonse sier Zuan Contarmi venuto con una barcha, lassò il suo barzoto, dice come a la Gravezza parlò a uno don Francesco di San Reprovada patron di uno galione vien da la Cania, qual li ha ditto di questo Caramameth corsaro, qual ha fato dano a nostri navilii di Candia, et ha galie 2, et 13 fusle. Dii Zante, di sier Alvise Pizaniano proveditor, di IO. Come, per uno brigantin venuto di Candia con letere, à inteso a dì 3 il caso dii corsaro a Micone etc.; el qual corsaro, come scrive, si aspeta a Modon dove è turchi preparati per montar suso, e si dice per venir a depredar questa insula. Unde lui ha falò meter in ordine li homeni de lì, licei siano mal armati, el slarà riguardoso etc. Di Candia, di sier Antonio Morexini duca, sier Marco Landò capitanio, sier Sebastian Trevixan el cavalier proveditor zeneral et Consieri, date a dì 3 Zener. Come, per una nave venula di Costantinopoli, è zorni 11 partì di li, il Signor stava bene e armava 30 galìe. ltem, hanno di Rodi, il Gran maistro feva armala contra ditte galìe. ltem, mandano nove aule di sier Jacomo da Canal retor di Setia di le cose di la Soria, date a dì 27 Dizembrio, e fo lete. Dite nove è cose vechie, ben avisa aver da Rodi il Gazelli aver auto Aleppo e che ’1 bateva monede a Damasco come soldan, e feva bona compagnia a lutti, maxime a la nalion nostra. Di ditti, di 27. Scrive aver letere di sier Francesco Boldù retor di Tine et Micone dì 2 Zener, come Caramameth corsaro con vele 13 era venuto lì a Tine, et vedendo venir armata grossa, credeano fosse di Rodi, ma poi vislo erano turchi, fe’ redur li homeni al castello, maxime poi smontati da 40 (tirchi con schiopi, et li mandò contra 200 homeni quali da le artellarie non poleno resister, fo feriti 10, et conveneno tirarsi in castello, et li turchi si levono