VI CODICE diplomatico barlettano col titolo di Re di Gerusalemme, e Conte di Cornodoro nel 1279. Di Carlo II (1285), detto Principe Salernitano, risulta che sceglie per suoi reggenti, nel regno di Sicilia, Roberto Conte d’Acrabatana e Gerardo Vescovo Sabinense, legato pontificio: tutti e due nell’anno IV del ballato del regno per parte della S. Sede (v. doc. 47, 49, 51, 56, ecc.). Del medesimo Re sotto importanti l’annessione del territorio cannese a quello di Barletta, con diploma del 4 luglio 1294, di cui molti documenti portano accenni; la conferma data al Vescovo cannese Antonius, sul diritto di esigere la decima di baiula-zionedi Canne de pecunia Iurium, reddituura etproventuum eiusdem baiulationis (1308) e la concessione offerta alle monache di S. Lucia per la metà degli ulivi in quel di Bisce-glie (1309). Esecutori del Re in detta donazione vennero eletti: Bartholomeus de Capua Logotheta e Iohannes Pipinus di Barletta, maestro razionale della gran Curia di Napoli. Durante il regno dì Carlo II, Roberto d’Angiò (doc. 1307) viene scelto Vicario nei domini di lui e Dux Calabrie ; ed è interessante ricordare l’atto con cui quest’ultimo obbliga la signora Filippa di Barletta, relieta qd. lohannis de Lago-nessa, di restituire al Vescovo cannese le otto salme di frumento e i tre vomeri che alcuni della famiglia di lei avevano presi da una masseria del detto Vescovo. Tra i principali atti dei Pontefici, quivi riportati, si debbono ricordare i seguenti: 1. Un privilegio di Pasquale II (1114), emesso a favore del Priore di S. Leonardo, col quale si concede al medesimo la chiesa e il convento, eretti sul monte Pirchianus (Torino): chiesa e convento che comprati da Ugo dissutus Averniensis, dalla tutela, della S. Sede passano sotto la giurisdizione del detto priorato. 2. Una disposizione di Innocenzo V, con la quale si chiede al Vescovo Bivianus di Minervino di inquirere circa il furto sacrilego che i Barlettani avrebbero commesso nella