V1JI CODICE DIPLOMATICO BARLETTANO no capolino qua o là i Secreti di Puglia, i fundicarii, i ba iti li, i maestri razionali, i maestri portolani, gli arrendatori dei sali; e così si conosce che nel 1300 è camerario della terra di Bari un tal Galibertus de E.xulo; che Barletta aveva una Curia Imperiale, cambiata in Regia, al tempo degli Angioini; e poi una dohana, in cui si esigevano, il ius fondaci, il ius veterum iurium (per es. la buczaria), il ius no-vorum statutorum ed altri diritti imposti sin dal tempo di Federico II. È noto pure che il Protontinus della nostra città (potere militare marittimo) dal 1300 era Angelus de Santa-eruce; bàiulus (giudice civile e criminale) era un tale Sire Thomasius, e poi innumerevoli sono le citazioni dei castellani, catapani, militi, sindaci dell’Università, gente della nobiltà e del popolo. La città dal punto di vista topografico e amministrativo era divisa in Pictagia, e sin dal tempo più antico si fa menzione nei documenti del Pictagium S. Marie detto poscia Marcicani, del Pictagium Burgi (1290), chiamato anche Pictagium S. lacobi (1302); del Pictagium Cam-bii (1294), di quelli S. Sepulcri, S. Stephani, S. Laczari e poi la Ruga o vicinio de Gattis, presso S. Maria; la ruga, la porta e la Turris civitatis Baroli (1306) presso S. Sepolcro e simili. I documenti sin dal 1249 danno accenni di case con finestre e balconi, case con gayfi (logge coperte o zippenne pensili), case con cisterne, cellieri e fosse per frumenti; case orreate (fornite di tavolatello o mezzanino per provviste), case con platee et stactiones come è quella di proprietà di Hugo de Anna (1304), appartenente ai signori Patargo. Sebbene la storia delle persone che emersero nella vita della città sia molto frammentaria, pure i pochi cenni quivi riportati confermano per vero quello che finora si riteneva per tradizione. Così, secondo la denominazione dei documenti, è memorabile un Petrus de Angicuria, costruttore del Castello che possedeva case di abitazione nel pittagio di S. Sepolcro