25 MDXX, LUGLIO. "6 numero di 2000 zentilhomeni, tanto.....che il resto di le pompe che ho mai veduto è niente. Dal canto de Ingaltera li erano 600 cavali et mo’ home-ni a piedi 2000 con le spade el brachieri solo. Zonti li do He sopra le due coliuete, spinsero li cavali tutti do di galopo et venonsi ad abrazare con li boneti in mane, et se abrazorno più de sei volle. Con il Re nostro era il Contestabile con la spada nuda in mano, et l'Armirajo et tre a piedi che leniva li cavali ; con l'altro Re il Gran scudier de Ingaltera et il Cardinal et tre a piedi. Facto questo, smontorno, el dopo re-brazatisi, introrno sotto al paviglione, el lì sleleno lino al tramontare del sole. Dopo reuscìrno, el fo domandalo li principi de l’uno cauto e da l’altro, li quali feccno riverentia li nostri al re d’Ingaltera el li soi al Re nostro; poi ciascuno andò al suo alzamento con tanta contenleza de ognuno el tanta ciera tra queste natione, quanto dir se potesse. Domenica il re d’ingillera veneri qui a cenare con la Regina, il Re nostro onderà a cena con l’altra Regina. Limi se comenzerano le giostre e durarano non so quanto; state sicuro che tra questi Re ha ad esser una unione sì grande come se fusseuo fradeli. El re d’Ingaltera è uno bello principe el più aiegro che mai vidi, el mostra quella contenleza di questa veduta che se avesse guadagnalo uno grande stato. 10 ho veduto una caxa posliza che ’I re d’ingal-tera ha falò fare, che costa per quello dicono cento miglia franchi, eli’è la più bella thè mai vedessi, et dirò che non vidi mai sì bello, nè sì ricco palazo. 11 paviglione dii Re è uno stupore a veder. Missier Galeazo è al viagio. Come venga qui, vi farò scrivere il lutto per ordine: per adesso vi prego contentarvi. 13 Copia di la letera dii dito signor Paulo Camillo di 10 Zugno 1520 in Ardres. Eri questi do Re furono insieme a le lize più di due bore con le major feste dii mondo, et se donorono li cavali che haveano sotto l’uno a l’altro et li cambiorno alora; questa malina el nostro Re è andato a disnar con la regina d’Ingaltera, il re d Ingallera è venuto a disnare molto famigliarmen-le; domane se comenzerano le giostre, et penso non si partirano de qui da 12 dì. Se io vi scrivessi la richeza del pavione dii Re et le tre camere, bisogneriano tre carie; basta che lutto è di brochato rizo tirato cum il basso di bro-chato tirato. Il pavion di mezo, eioè il più grande, è largo 70 alleze di brothalo; à una galaria di den- tro, ehe potresti andare per dentro senza esser veduto da quelli che sono nel paviglione; questa galeria a man drita el a man sinistra è tutta dopia tela d’argento tirata, et tela di raso tirato. Dentro de li tre paviglioni picoli, et anche dii grande di brocalo rizo sino a la terra, è lapezato tulio di ve-lulo paonazo cretnesin, ricamato a fior di lisi d’oro spessissimi; I’alteza dii paviglion grande è zercha braza 30. La colona che ha nel mezo, qual è grossissima per soslenire lauto peso, è coperta di brocalo rizo; così quello di le altre tre, ne li quali se li va dal grande, et nel paviglione grande sono lo finestre vetriate. Voi extimarete quante canne di roba li ponno essere. Quello di la Rezina e Madama non sono ancora piantati. La sala dove il re d’ Ingaltera ha mangiato, ha coperto tulio il cielo anche di rizo, et miraculi di bulìèli d’oro. Copia di una letera venula di Pranza, data 14 a la corte, a dì 11 Zugno 1520, mandata in Colegio per lo illustrissimo g'overnador nostro Trinizi. Uno nuiicio dii Cardenal apud liegem chnstia-nissimum scrive le infrascrito nove, videlicet, clic el re d’Ingaltera è cum tutta la nobiltà anglica a Guiñes e el re Cliristianissimo a do milia, qual è simili ter con tutta la nobiltà di Franza a Ardra ultima villa di Franza, e la più vicina d’Ingaltera. Sono ambe do bene in ordine cum assai signori, et hanno do bellissimi campi cum grande quantità di paviglioni belissimi et richi, el el zorno dii Corpo di Cristo a la campagna in confini di Franza el d’Ingaitera si parlarono più di una hora, primo da cavalo se sa-lulorno, poi subito a piedi se abrazorono et basorno assai volte, poi se retirono in uno paviglione richis-simo unde sleleno una bora, et il re di Franza andò sempre a mano dextra, et poi replicate altre cerimonie publice, ognuno ritornò a caxa sua. F.1 re di Franza hebe assai più compagnia et più sfogiati di vestimenti zoè de brocato d’oro e d’argento, che di veluto, di salino et altra seta, non se ne faceva estimo; meglio a cavalo. El Re anglico aveva belissima compagnia ricamente vestita, et liebeno ognuno di sui genlilhomeni una grossa catena d’oro al collo, el al dire il vero, erano superbamente vestiti; nè li era grande dillerentia respective; se non clic li francesi erano più numero. Li do Re erano adornati tanto ben quanto sia possibele, el ognuno di loro havea uno tesoro adosso di perle, diamanti, rubini et altre pietre inextimabili di grandeza e di beleza. Di grazia