BREVI NOTIZIE D’INTRODUZIONE XIÌI dei Galiberto, dei Comestabulo e di altre e altre famiglie ora quasi dimenticate o scomparse. Anche gli accenni ai capitoli civici, agli statuti, alle consuetudini sono interessanti. Barletta infatti, come primaria Università dopo Napoli, ha avuto sempre cittadini che vivevano secundum legem longobardorum, secundum legem francorum e, più tardi, secundum consuetudinem civitatis Baroli: gente che accetta le riforme e i capitoli secondo che si succedono le dinastie e i re. Il Loffredo, nella Prefazione della sua Storia, si appella ai futuri prosecutori di studi storici per la ricerca delle consuetudini. Ebbene le consuetudini barlettane hanno visto la luce con la pubblicazione del Repertorio delle Pergamene. Quello che le mette maggiormente in evidenza è il Codice Diplomatico Barlettano. Troppo lungo sarebbe il citarle tutte e perciò mi limito a ricordare qualche cosa sui contratti matrimoniali per i quali erano prescritte le forinole del Mergincaph, del Meffìo, del libellum nel secondo dì delle nozze; e nei contratti di compra-vendita: la wadia, il possesso per fustim e quello per portas et seras; il giuramento sui Vangeli e quello ad tactum pectoris (proprio dei Vescovi); l'obbligo di osservare il contratto secondo un numero straordinario di clausole notarili, sotto pena di una determinata multa di augustali, floreni, danari libati e perniati, tari di Sicilia, once, carlini, ecc. Anche i patti riversivi che intercedono fra i parenti della sposa e dello sposo nel caso che la sposa premorisse al marito debbono elencarsi fra le dette consuetudini. E qui si ricorda che il fradersio, corredo della sposa, tornava al genitore, secondo la legge longobarda, eccetto ciò che fosse consumato per vetustà. Nel presente volume alcune pergamene elencano i diversi oggetti dei corredi degli sposi, assai interessanti per la nomenclatura volgare, le cui parole vengono spiegate nel Vo-cabolarietto di voci barbare.