G47 MDXXI, FEBBRAIO. 648 Pregadi, c referí la sua navigalion, e come in Alexandria era galiote, fuste et do galle bastarde si feva; le qual fuste bavia portalo legnami e rami in panni per far artelarie et fuste, et è capitano uno Suliman rais, qual andò al Cayro con tre galiote; poi lornò, feno ... fusle di legnami portali. Disse di la licenlia anta poi muda di levarsi, ma cargo sier Benedetto Bernardo viceconsolo volea lenir le galie etc. e volse 387 50 ducali conira ogni raxon. Ilor si levò e disse il suo navigar di ritorno; e a Corfù laudò quelle falliche et sier Bernardo Soranzo baylo, et mandandoli ducali 2000 di lornesi, li basta l’animo in tempo del suo rezimento di compirle tulle. Disse, le galie di pan e di homeni esser sta ben in bordine, laudò li patroni, armirajo Andrea Negro, cornili Domenrgo Visentin e Marco de Zorzi. Disse non è sta cargà in lochi devedadi, perchè con effeclo le galie ha auto pochissimo cargo. Et venuto zoso, sier Batista Erizo vicedoxe lo laudoe etc. Ma biasemò il viceconsolo averli tolto danari conira il consueto. Et cussi poi vene zoso di Pregadi, e fo provadi li patroni sier Vetor di Garzoni qu. sier Marin procurator el sier Zuan Alvise Badoer di sier Jacomo, e tutti do romaseno, il primo 202, 2, il secondo 200, 3. Fu posto, per li Savii lutti, dovendo di brieve partirse sier Agustín da Mula va provedador in armada, aziò non siegua disordini, che dillo Provedador sia sopra tutti e tulli li dagi obedientia, e Capitani di galie, e tutti li danari sarano mandali sia in le sue man e lui pagi, ma essendo il Capitano di le bastarde lonlan da lui, li danari li manderà lui Capitano pagi le conserve, ut in parte. Fu presa. Ave 206 di si, 7 di no. Et volendo li Savii meter di expedir li presenti per l’orator va al Signor turebo, et hessendo controversia tra li Savii di la quantità, dovendo esser di-spulazion. li Consieri non lassono lezer la parte; ma feno licenliar el Consejo et volseno chiamar Consejo di X, licei solo sier Nicolò Dolfin Cao di X vi era, et mandono per sier Bernardo Marzello Cao fatto, vice cao sier Jacomo Michiel. Et cussi licentiado Pregadi a bona bora, restò Consejo di X con la Zonla, che parse a tutti di Pregadi molto di novo, e tutti fe’ vari conienti, chi dicea per lelere aule di Ferara, chi di altrove. In questo zorno, fo scrito a sier Agustin da Mula provedador di l’armada, che havendo auto lelere di sier Hironimo Soranzo podestà di Antivari del processo fato el examination contra Francesco Abato-vich homo sedilioso de li, el fazi comandamento el prefato Francesco vengi subito di qui, et bisognando fazi lui nova examination et mandi di qui. Fo scrito ozi per Colegio a Constantin Cavaza secretano nostro, andò a Ferara, vengi subito di qui el non dimori più. Fo scrilo ad Alvise Marin secretano a Milan in risposta di soe di 20, che liavemo scrilo a li reclori di Brexa, che presentalo li sia el signor Polidoro Palavisino el il conte di Gambara ne le forze, come P ha promesso di far, avisino monsignor di Lutreili li mandi a luor e in hoc interim li fazi bona com-slodia. A dì 20. La matina fo leto ili Colegio lelere ve- 387 * nule eri sera da Roma di 16 e di Napoli di.. . , il sumario dirò di soto. Di Verona, di sier Lunardo Emo podestà et sier Francesco da cha’ da Pexaro capitano, di 18. Come in quella matina partì il signor Gover-nador per Milan. Scrive coloqui auli insieme zerca quelli fanti spagnoli, e che la Signoria doveria far ben custodir li castelli e terre sue; e altre parole, ut in litteris. Et li fo scrito per Colegio tornasse presto, per poter esser a Padoa con li deputati a veder dove dia passar l’aqua, et se informi di ogni cossa et avisi la Signoria nostra. Fo scrito cri a Costantin Cavaza secrelario andato a Ferara, subito ritorni, perchè la sua andata à dato sospeto al legato dii Papa, unde, avanti zonzes-se ditte letere, esso Secrelario si partì, auto la risposta dii Ducila, et zonse ozi in questa terra; il qual Ducha mandò a levarlo di P hostaria da doi suoi e condulo in palazo dii Duca era con alcuni soi se-cretissimi et domino Antonio di Conslabili, et presentate le letere credential, expose il piacere harìa la Signoria, il signor Janus fusse compiaceste da sua cxcelenlia per la dote di quelle do done di...... che si Irata far noze in do soi (ioli in poter galder li beni è sul ferarese, licet il statuto sia in contrario. Il Ducha tolse rispeto ad esser con li soi parenti, et consultar et risponder, e poi li dete risposta esser desideroso compiacer la Signoria; ma in questi tempi non li pareva promover sta cossa per non sdegnar li citadini e romper li statuti loro; et dimandò se il conte ... di Gamdara fratello di la madre, era contento. Rispose che si, unde il Duca disse eli’el saria contento; vederà etiam lui satisfare la Signoria Illustrissima, ma è bon ci scori qualche zorno. E volendosi esso Secretario partir per repatriar, il Duca volse vedesse le sue artelarie, qual è belissime, gran numero e in bordine, et li bastioni ha principiato a