CODICE DIPLOMATICO BARLETTANO 51 terna del medesimo la seguente postilla: Breviarium Patriarchae dela-twn cura Venerabili Cruct ab anno MCLXXXIHI, dico 1184. Da allora il ricercatore, che avrebbe potuto approfondire la questione, assicurato da questo falso titolo, spaventato dalla mole del volume (553 pagina) in molti punti abbastanza sciupato, ha finito per accettare, senz’altro, la errata supposizione. 11 Kohler, poi, è andato più oltre, ed ha detto che il Patriarca Ha-dulfirn, non solo non risulta presente in Barletta da nessun documento, ma per affrontare le spese di servitù e di albergo, nei diversi luoghi in cui ha pellegrinato (Cipro, Brindisi ecc.), dopo la espulsione da Gerusalemme, ha dovuto vendere quest’oggetto alla Chiesa di S. Sepolcro di Barletta. Sta di fatto che il Patriarca comparisce a Barletta il 20 maggio 1299 per risolvere — a tutto giugno — una vertenza sorta fra il Vescovo di Canne Opizo e alcuni barlettani; e il 25 febbraio 1300 per la benedizione della chiesetta di S. Lucia, che era alla dipendenza di S. Caterina di Monte Sinai, di giurisdizione del suo Patriarcato. E inoltre come si può ammettere una bolla di Onorio III, trascritta nello prime pagine del Breviario a scopo di propaganda, se si ritiene che il Breviario fosse stato scritto a Gerusalemme? Per lo meno dovremmo supporre che mentre la bolla è indirizzata agli Arcivescovi e Vescovi di Puglia, di Calabria e di Terra di Lavoro per muovere quelle popolazioni alla crociata, la propaganda avesse dovuta avvenire in Gerusalemme, che da esse atteudeva la propria difesa. Ora ciò ò assolutamente imposssibile. E poi come spiegare la citazione di un beatissimo abate Gallerim, riportata al fol. 150 del medesimo Breviario, se non si pensa alla nostra Abbazia dello Sterpeto? É vero che il Breviario cita cerimonie che si eseguivano in Gerusalemme e le stazioni che il Patriarca doveva compiere, in determinate festività, in tìetlem, in Templum Domini, in Monte Sion, in valle Iosa■ phat ecc.; ma chi non sa che le rubriche delle Messe e degli Uffizi debbono riportarsi integralmente in tutti i Messali e in tutti i Breviari per poter dare uniformità di rito e di preghiere in tutte le Chiese? E d’altronde al foglio 35 il Breviario parla della nuova norma di leggere e di cantare, secondo un’intesa comune dei Piiori e dei Canonici nella Chiesa di S. Sepolcro; e al foglio 138 aggiunge che in mancanza del Patriarca le funzioni avrebbero dovuto eseguirsi dal Priore o dal Canonico più nuziano; anzi in complesso gli uffizi, le messe, i canti e le altre sacre cerimonie del Breviario abbreviato sono più proprio del Canonico semplice e del corpo canonicale che del Patriarca. Nel Breviario stesso poi son comprese delle festività che solo nel caso in cui si pensi scritto in Barletta o nella bassa Italia si possono sostenere, se no dovremmo possedere delle prove diverse. E per esempio la festività dell’immacolata Concezione compresa nel nostro Breviario, nel secolo XII, conferma meglio la festa che dal X si celebrava nel napoletano, mentre in tutta la Chiesa detta festa non fu estesa che verso il 1496. Ciò dimostra meglio che il breviario fosse scritto in Barletta, piuttosto che in Palestina.