570 DE FATTI VENETI eetivfar la forza, feriuendo anco al Duca di Vrbino di douerftar pronto con Tefercito,per trasferirti in Tofcana,femprecheoccor-reffe.Madopo aiiazanefi il Senatoàtali,etanti impegnijvenne for-Fd,nore. PFei° da vna cofa improuifa,e no mai penfata.Vdì oftinati gli fteilì tini F'cJ]i Fiorentini à non voler parlar di pace, ed altrettanto infiammati innati. £ contmouar la- guerra . Or’abbandonatifi in tal guifa eifi mede fi mi , obligarono finalmente anche gli altrialla cura de’loro propri; intere#!. Conobbe allora la Republica, che molto meno importauaàleila reflitutionede’MediciinFirenze, douehauea-mopoiTeduia ancora tanta autorità, ch’efporre à nuoui trauagli il fuo dominio contea potentiifimi nemici. Raccordofiì, che anco i Fiorentini, quando comparile Carlo à Genoua, gli haueano fpe-diti Ambafcìatori, per fupplicarlo di pace, fenza minimo riguar-doàlafciarla, benche Confederata, tra Tarmi, e idifaftri derelitta, efola. Ella all’incontro hauendofportiloro dei rimedi;, per iànarli, e per protegger!i con interellato affetto ; ed eilì ricufato malamente il tutto hauendo, non piuleparue, che vi foife temile/» «z- po, nè ©ccafione. A ventitré Decembre ratificò, e fottofcriife an-¡¡™'fecaol ch^iTa li- già conuenuti Capitoli di pace , rifìretti neltenor fe-Tjp>j,egU guent?e • jiujirua. Ch* e Ita douejfe confìgnare à Sua Santità te due Città di Rauenna > eCcrutaifalueTCome fempre s'egta detto , te fue prete fe giurifdtttioni. r. capitoli Che faceffe lofìefjo àCefare diTrani, Monopoli, e det di più, eoa /<.notimi pcccajjone jj quel(a guerra occupato nella Puglia, e in Regno, conti-tuonando nel refìo invn perpetuo dominio di tutte le altre Città,^erre , e Luoghi da efsa allora pofsedute. Che à Nationali, & altri di Rauenna, e Ceruìa , i quali haueano feguttato lo Stendardo di San Marco, fofse permejso di flar' iui, ò andarfene à libero piacere, fenza impedimento, ò diminutione tmiigtnabile de* Capitati, ed entrate loro. Che fpecialmente a* Cittadini , e fadditi di Veneti a, pofsefsort di beni in que* Di/ìr et ti , fofse continuamente conceduta libera cfìrat itone per ogni Luogo de* grani, e rendite, fenza l'obligo dialcu-na, benche minima contribuitone, e gran e zza. Che nel Re^no di Napoli refi a fiero parimente d fadditi Veneti faine , e nfèrbate tutte le immunità, e prtuilegi, già conceduti da Rè Aratone fi, & altri Prencipi, con libertà di commercio, e di negotio. Che douefse Cefare perdonare, erefiituire infieme i toro beni à que* Napoletani, che hauefsero militato contr a il loro Prenctpe. Che fofse in oltre tenuta la Republica à esborfare alla Maefià Sua quella fumma > che mancafse delti Ducati ducento mila, già promefsi ne* C apttolati l'anno mille cinquecento ventitré, vinticin-qtte mtla in due mefì, e lrimanente dentro al tempo d'vrianno prof- fimo