7ii DE’FATTI VENETI publica , andò continouando più Tempre àcommuouerlaDon Ferrante, facendo giurar da que’ Popoli la fede à Carlo; occupando alcuni Cartelli coJà d’intorno, e preparando militìe, ed inftru-menti per l’efpugnatione etiandio di Parma. Conofcendo per ciòIaMaeftà di Cefare , ch’era neceífario di efcufar’, e d’inorpellar’in qualche modo tante moftruofe nouità, Affine adt mandò à Venetia Gio: Batifta Schizzo, Senatore Milanefe, ad vtneti«. aificurar’il Senato , che la morte di Petro Luigi hauea sforzato il Gonzaga à porre il piede in Piacenza , per impedirui altri maggiori inconuenienti, e per attendere gli ordini della Maeftà Sua,li quali prometteua, che non farebbono itati mai alieni, nèdalgiu-rto, nè dalle fodisfattioni della República. Comparue lo Schizzo , e comparuero di nuouo il Legato , e Imod“ii Soiifon ) quafi in vnifteifo tempo , nel Collegio , cercando ciaf-tkl Papa,e cheduno di guadagnarla gara l’animo de’Senatori . Era da vn *£ rance [e. canto , fi poteua dir, palefe l'ambitionejn Carlo fopra tutta la a se»,/o Prouinciaj All’incontro più che fi conofceua tremendo,e pOten-tf dubbio - te , qualera il buon configlio, e qual’appoggio ftabile incontrapo-rto, per dichiararfegli nemici ? Cadente il Pontefice , cofa potea la República prometterfi da vn giorno al l’altro di lui, quando anche haueifè con fincerità parlato ? Et in Henrico, Rè giouine, Ré Francefe, e Rè, già efcluio d’Italia , quale n’era il fondamento? Ventilatali la materia trà più fudate confulte , finalmente fi conobbe »che non douea muouerfi il piede da vn luogo, ancorché fdrucciolofo, e incerto, per appoggiarlo fopra contingenze, e pericoli maggiori. Si deliberò nè d’infrangere con CefareJa buona cotona corrifpondenza,nè meno flrignerla in modo,che troppo fi poteife fmn"d£ rendere altrui iofpetta ; e così trà offici; generali, e di egual dolcezza, andaua la República rifpondendo, trattando, e fchermen-dofì. 15 4S* Terminò l’anno in tal guifa, nè furono li due feguenti, cheda *549* Toli penfieri, e da foli maneggi occupati. Haurebbe bramato il ì & Rèdi Francia di poter isfogarehoftilmente i fuoiliuori contra 15 5°* Carlo ; ma non fomentato, che dal Papa, in età decrepita, e cun-rtpadet tinuamentein pericolo,che poteifericonciliarfi con Cefare me-Kcdi Fra- defimo ogni qualvolta li reftituiife Piacenza, non vedea certezza alle lue rifolutioni. All’incontro il Pontefice à nulla penfan-do di più, che al racquifto di quella Città, non ne tralafciaua mezzo . Prometteua il tutto ad Henrico, per introduruifi dentro con l’armi. II tutto tentaua con Cefare, per amicheuolmente confe-guirIa,niunacofa però giouauagli per condurre I’vno,e l’altro,doli egli col fuo folo intereife ardentemente bramaua. Manteneuafi Carlo più che fermo nel fuo proponimento di non mai fpogliarfe.