468 DE FATTI VENETI opinioni Che fi douejje vìncere il Rè F rance fio, donandogli con atto mavna-}lpraUt(c nimola libertà,più toflo, che allacciandolo con troppe dure condii ioni, prigione, coftrignerlo, quando fi trouaffe le mani difciolte , à romperne inodi . Adduceuan’altri. C he dalla rarità nafce ilprezzo. C he rarifiima la prigionia di vn gran Rè , dove a fi cuflodire , per maggiormente apprezzarla ; Che la generofìtà efercitata accrefcela grandezza à chi la efercita, non à chi per effetto di clemenza conuien goderne >Che liberando Ce fare con atto generofo il Rè prigioniero, verrebbe più à notar fi d'vna fóuerchia ambinone, cb'a lodar fi d’vna eccefsiua bontà. Chefe vi'impartiti eccedenti benefictj foghonopiacere non interamente à chi conviene anche eccedentemente obligarfi loro, tanto più ciò temer douerfi in vn Rè di Francia ifempre che foffe obligato à riconofcere la per fona, e lo Stato fuo dalla ricevuta gratta, e vedeffe à rìfplendere nelle fue mi fèrie gli atti magnanimi dell'indulgente inimico Prencipe. Molte altre ragioni faranno fiate addotte da que’gran Mini-ilrifrà le gare, e gli intereffi di due gran Monarchi, emuli d’ambi-tione ,e dbdio, e che haueuano intrecciati infìeme da tante parti gli loro domini;,e per tante cagioni fconuolti gli animi.Finalmen-te troppo dittici I’efÌendo lo accompagnare la generofìtà con l’in-tereife,non più fùdubbioiòCefarefopra che rifoluere . Decife in fauorede’più v ti lofi configli, i quali furono ; di continuala cu-. Hodirecattiuo il Rè,dlmoilràdo però farlo più à motiuo delle al-juLuV'h' trui fuggeritegliragioni , che della propria ambinone. Hauea-‘l*dilli0' S^i Scritte la Reina Madre lettere di grande humiltà per la libe-letr,rde\u ratlone del figliuolo, con offerita ceffione di Stati ; e per più blan-i\tma Ma- dirlo,concedette la libertà à Don Vgo di Moncada,ch’era già ca-dT<- duto prigioniero de’Francefi,e grandemente da Carlo amato,cò-fignando à lui medefimo il dispaccio. Coflante in ogni modo Ce-Ma cofan fare nella fua già determinata rifolutione mandò in Italia vn fuo Um Miniflroconduecomrnifsioni;lVnadiauuertireiI ViceRè,egli altri Capitani,àdouer fpremere tutto il fucco dalla foflanza d’vn tantocaiò ; l’altra, di viiìtar a fuo nome il Ré ; atteflargli il fuo difguflo per l'incontrata cattiuità,&offerirgli di liberarlo,fem-pre, che fi contentaffe Di cedere tutte le ragioni yfino à quell'hora pretefe in Italia fopra il rial0*T Rcino di Napoli, e lo Stato di Milano . Di rinunciare la Borgogna. dure con- Di afstgnar'al Duca di Borbone la Provenza . Di reftituirg/t il fuo dumi. £)ucat0 ? e con ¿¡tre condii ioni, tutte rimarcabili. Mandacofida Capitani J’Inuiato foggetto à Pizzichitene,eco-municato il tutto da lui aIRc,tanto fe ne infaflidì^che proruppe in altilamenti,eproteili,di voler più toflo morir in prigione,che SI"1 " acconlentire mai, per filuar la vita, à diminuire a’ fuoi figliuoli il rea-