343 DE FATTI VENETI bile miferia, eh e folita nel più bel fplendore di offufcarlo à noi mortali. Era occorfa,nell’età fila di cinquanta fette anni, quaiì repentina aferittane; la cagione all’etterfi, fbuerchiamente dilettato nelle bellezze della nuoua Spofa. Prencipe, dieserà 1515» fatto conofcere in ogni fuo flato di alti, generofi, e bellicofifpi-riti, e che agitata qnaiì continuamente l’Italia, hor’acquiftando, ed’h or perdendo, e fpecialmente ledue gran pezze di Milano, e Napoli, figurò in fe fletto vn vero eiempio del l’in ila bile fortuna; compiaciutofi nel bene, ma più nel male,di feria co* fuoi fletti ca-biamenti prouar tale anco alla República. Mancato di vita Luigi Duodecimo* Rè di Francia lènza mafc colina dipendenza, fuccedettegli Francefco Primo , Monfigno-rrmo'fuc- redi Angolemme*Prencipe, perla difpofitione della legge Sali-teiutc£ii. ca y il più profilino del fangue reale, e lioritiflìmonon meno per l’età di anni venti due , che per la fcelta bellezza -, per la rarità de” coflumi, ejper l’altezza dell’animo, auido di gloria. Immediate attuntoal Trono,afpiròprincipalmente anch’etto all’Italia, & allo Stato di Milano > eccitatoui, oltre alla ferocità dello fpirito, dalle molte ragioni, che fopraefso legittime pretendea di haue-re. Pretendeaioiìio, per ie antiche pottèdute da’Duchi d’Or-f fa tre- liens * Fer quelle della ConforteReina, primogenita del morto tofani fo- Luigi, nato di vna figliuola di Gio: Galeazzo Vifeonti Duca dì pra ma, filano; e per rimieftitura , che nella Lega di Cambray, hauea i Cefare al medefimo Luigi fatta. A tali, e tanti acuti ftimoli vn altrovifiaggiunfe,per auuentura più forte, ed efficace * quanto aííai più vale delle ragioni la forza. Hauea trouato del Ré prede-celìorevn’eiercito difomma vaglia, ed à cui poco più mancaua di aggiugnerfi,perche toflo fi trasfèrifle di quà da’ Monti. Feceim-mediate della fua affuntione partecipe la República, e commife al Vefcouod’Afti, ch’era qui l’Ambafciatore di Luigi,di prefen-?uatpttar ie lettere, & accompagnarle con pienittìmi atteflati di bene-licpnbhea uo!enza,e /lima,eco vn viuo defideriodi continuare i legami del-nuAmd) l’amicitia; ilrignerli più ancora cò vna rinouata Colleganza d’aria- mi, e d’interettì, e vnitamente fcacciar d’Italia per la quiete vni-Dxefajr- uerfale gli pertubatori. Gratifllme furono appretto al Senato le gradui, lettere, l'officio,el’inuito. Glirifpofecon pieni fèntimenti d’of-feruanza, prontezza, e cordialità; e commife, che douettero fo-Dandola disfarai medefimo officio, Marco Dandolo,I’Ambafciatorefuo> [¿¡atore ¡n d’allora in quella Corte »& li due, Pafqualigo, e Giuiliniani,che Franca, intefa la morte di Luigi, s’erano fermati àLione fino à nuoui ordini. Arriuarono quelli in Parigi, eh erano già flati preuenuti da molti Miniflri di altri Prencipi, fpecialmente del Rè d’Inghilterra , e di Carlo, Duca jji Borgogna, e Conte della Fiandra,vfei-