m MI)XX, OTTOBRE. 280 Adì 11. La inalino, lo teiere di Roma di l’O-rator nostro, di 5, et di Napoli, di... Il suma-rio dirò poi lele sarano in Pregadi. Solum se intese, a di 19 Septembrio, le galie di Fiandra che vien, capitano sier Zuan Moro qu. sier Antonio, ben carge, zonse a Palermo. In questa matina, in corte di Palazo fo retenulo per li oficiali di Consoli sier Jacomo Arimondo di sier Andrea per una sentenlia di ducali 300 in favor dii spicier di la Cerva per mezo San Salvador. Fu gran rumor; voleva pur scapolar, a la fin fu posto in presoli. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta, et fono expediti li vilani di Uriago, videlicet alcuni liberati da li Cabioni, dove erano sta posti in Terra nuova, uno confinato a morir in prexon forte, altri banditi, sicome per la condanason predila, la copia di la qual sarà qui avanti posta, il tutto veder si poi; et la materia fu publicata in Rialto et mandada a publicarla a Padoa et Uriago. In questo zorno, pre’ Zuan Rivio veneto, lesse una letion in l’auditorio publico. Prima fece una oralione, et doman lezerà Valerio Fiacco, de Ar-gonautis. 1520, a dì 12 Octubrio. Fo publicà in Rialto. nostro al re Cliristianissimo, et zonto el sia a Milan, li sarà comunicato lai lelera per il Secretano nostro. Ave tulio il Consejo. Fu posto, per li Consieri, sier Zacaria Bondimier cao di XL, li Savii dii Consejo e Terra ferma, di dar il dazio di 40 anfore di viti a l’orator dii re Chri-svanissimo, si voi fornir per tulio l’anno, ch’è zerca ducati 120. Et sier Toma Mocenigo savio a Terra ferma andò in renga, perchè senti mormorar il Consejo, era troppa quantità, et exorlò il voler prender la parte. Fu presa, ave 10 di no. Fu posto, per li Savii dii Consejo e di Terra ferma una parie, di far 3 Avogadori extraordinari per 4 man di elcclion in Gran Consejo con alcune clausole, ut in ea, la qual parte si babbi a prender a Gran Consejo ; la copia sarà qui avanti posta. Fu presa. Ave 70 di no, 86 di si. A dì 0, la matina. Non fo letera alcuna da conio, ni cossa di momento. Fo publichà in Rialto una condanason fala a di 5 di l’istante ne l’excelen-lissimo Consejo di X contro llironimo di Piero di Merchadanti veluder per sodomito, absenle, ma le-gitamenle citado, che ’I ditto in perpetuo sia bandito di questa terra e lochi noslri dal Menzo al Quarner in qua, con taia L. 1000, et hessendo preso li sia tajà la testa in mezo le do Colone, e il capo poi fato in cenere. Da poi disnar fo gran pioza, qual comenzò la matina et durò fin note. Fo Consejo di X con Zonta el non fo fato cossa da conto, solum preso per i bisogni di l’Arsenal luor ducali 4000 de li depositi dii Sai, et quelli PArsenal si possi servir. In questo zorno, licet fusse gran pioza, fo api-cliato un ladro solenissimo, preso per la Quarantia di apicharlo, licet non havesse confessato, nominalo Nicolò da Liesna, ha robalo più di 60 case di zenti-Ihomeni. Si leva da famejo, sleva do mesi, si partiva e poi andava a robar in quella casa, rompeva ogni ferro da fanestra con le man, era re di ladri. A dì 10. La malina vene in Colegio l’orator di Ferara, et apresenlò quel schiavo che par sia scampato da Coslanlinopoli, e robato al suo patron più de ducali 20 milia. Ilor capitò a Ferara, et perchè da Constantinopoli si ave di aver la recuperatoli di quello, inteso l’era a Ferara, la Signoria scrisse al Duca lo volesse dar, et cussi con custodia 1’ ha mandato. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta, per le cosse di vilani di Uriago, e fo leto a questo Consejo nuovo con la Zonta il processo, et compito di lezer lutto. Steteno fin hore 2 di note. Sono stà publichà le infrascripte condanason, 176 fate eri ne V Excelentissimo Consejo di X con la Zonta. Che Jacomo Veraro absenle, ma legalmente ci-lado, per la ferison et morte seguila ne li superiori zorni a Uriago contra quelli signori francesi, el sia perpelualmente bandito di Venetia e deslreto et di tutte terre e luogi noslri da parte di terra e da mar, el di tuli i navili armati et disarmati, et se mai in alcun tempo el conlrafarà al bando et preso sarà, sia conduto a Venelia, dove sopra una piata da San Marco sia conduto a Santa f con uno comandador, proclamando la colpa soa assiduamente. Da poi sia slrassinà a eoa di cavalo da Santa f a San Marco, dove sopra uno eminente solaro a quello sia tajà la testa da le spale, si che ’1 muori el 1’ anima se separi dal capo. Da poi el corpo in 4 parte sia squartà, di le qual 3 parte siano apichà in 3 forche ne la e-slrema parte di questa nostra cita, segondo il consueto, et la quarta parte sia apichà a uno paro di forche nel luogo di Uriago. Quelli veramente che quello prenderano et vivo presenlerano ne le forze nostre, habino lire 6000 de i danari di la Signoria nostra, et possino trazer uno bandito de cadauna di