46 DE’ FATTI VENETI -per ì quali mente perdere , prima cedette alla morte, che il Campo. Vi ri-mafe,fi potè dite ,diftefa tutta, Tempre combattendo. Pochif-fiwtfìa' furono quelli, e tutti Soldati di Cernide> che procurar©-. Fanteria, no di prelèruarfi , dandofi alla fugga . Reflouui vccifo tra gli altri Pietro dal Monte,con ottocento Soldati di Tua Condot-¿aiMonte- ta, mentre volle, intrepido, reiiftere contragl’impeti de’primi e saccorh affalti. Occoriè lo ileflò à Saccorio daSpoIeti, &à ièttecento , da spole li. che pur’erano con lui. Citolo da Perugia, coraggiofamentepu-v*rugit* gnando, cadde prigione, dopo tagliatine ad eifo pure circa al-VòmTlnco frettanti. L’Aluiano, fatte per molto tempo infigni, ed incredi-Valutano. bili pruoue di gran Capitano , e Soldato, prima fiancò il Caual-lo> chefemedefimo, e mentre voleua rimontarne vn'altro, fu anch’egli da nemici chiufo, edarreilato, tutto fparfo dal capo ai piedi di fango, e di fangue, e percofTo, e ferito bruttamente d'intorno ad vn’occhio. Molti altri illuftri Guerrieri perironui, qual morto, qual prefo, e tra gPaltri eilinti, reflouui anco Fran-BaÌ"Ce°d'tl co dal Borgo, Capitano di vna Compagnia di Baleftrieri à Ca-morto/ uallo, figillando pur’egli con la vita il merito eli fue gran prodezze. Ma fé eccedette il potàbile la diflrutta Fanteria,e fé dalle fue ceneri,rimailesù’J Campo, germogliò all’immortalità la memoria del fuo valore, e della iua coftanza infinita, non già così potè dirfi, fe non di quella fola poca parte di Caualleria, chefù anch* ella offeruata mirabilmente à combattere. L’altra, non fòlo non Combattè, maiivideignominiofamente àcorrere fottole Bandiere del Rè di Francia, & à verificare vn gran fofpetto, che ha-cafZ*mde ueua fempre hauuto il Pitigliano, delTinfedeltà de’ Capitani. decavaiu. Fù detto,che iFanti peritiui arriuailèro circa à otto mila. Altri differentemente affermarono, che non eccedeifero fei mi!a,com-putatiui ancor quelli, che vi reftarono de’ nemici,e che tanto pochi non furono,hauendo grondato anche la loro vittoria quantità di iàngue. Le tre prime fchiere, guidate auanti dal Pitigliano, fi con-fèruarono interamente illefe ; mentre> ò per difficoltà nel ripaf-Le m pri. ^ ° Per difètto, che foifedi volontà, non entrò di efiè rtJfS1?* ne^a Attaglia vn minimo Soldato, ancorché TAIuiano, come la combat- già dicemmo, fubito, che fi fentìaffalito, mandaffe più volte à tere. pregar, & à follecitar’il Conte di preflo, edivigorofo aiuto. Mortal’accidente; fatai difconcio ; neceffitata ruina, che tanto più acutamente tormentò, quanto fù cagione, confeifatafida ciafeheduno, che, fèin vece d’vna fola quarta parte, che pugnò, cherefiilè,e che fù più volte in procinto di vincere, entrauano tutte intere le forze Venete in battaglia, non folo infelicemente nò perdea,ma gloriofamente trionfàua in quel giorno laRepubli-