jfí DE’ FATTI VENETI cofi latitandogli Ambafciatori in vnafommadifplicenza, e parimente continuando San Polo in Lombardia, e Renzo in Regno, fenza genti, fenza denari, e circondati da tutte le inopie . Capitati quefti auuifi moleili à Venetia, mentre fopraeflì dubbiofamen-te fi andauano agitando i Senatori s’inteie I’arriuo al Campo Fra-cefe in Lombardia di Monfignore di Sciatiglione, con prouitión di danari. Quella notitia folleuò alquanto gli animi àiperare, che ancora poteffe il Rè tener pentiero all’Italia . Poco in ogni r modo durò quello rifpiro, poiché s’hebbeauuiiò , ch’era ildena-dtnSodd io, portato da Sciatiglione, molto inferiore all Vrgentiffimo bi-émfpedito* f0gn0 ? ec{al tempo JunghiiTimo , ches’eraanfiofamenteattefo . +¿mbdfc{a- Paííato queflo Miniflro á Venetia poi, procurò di far credere , Genetta . a più che mai collante il fuo Rè in folleuar la Prouincia alla libertà, Jar'Au-e ritraila dalle dure importele catene. Ch’egli douea da Venetia zlt*- pafTar’in Puglia con quantità di contante. Che l’Armata Marittima farebbe fiata colà anch’ella . Premè, perchela Veneta vi fi trasferifTe » ed inflantemente pregò, cheglifofTe preflatoil commodo di alcun Vafcello . Ma fi come in queila parte non mancò il Publicó d’immediate prouederlo , non già egli fù così pronto à Che pro- preualerfene, & à partire. Andò protrahendoil tempo,nèfape-¿¿ìdn’ uaaddurre, nè fapeuano gli altriindouinarnela cagione . Solo dubitatati, che non haueife, né denari, nè commiifioni , per colà condurti, e che continouando à fermarti qui ,miraife ànodrire la República di confidenze, per mantenerla amica del Rè, e perin-ieruorarla tanto più ad armarti. Ad oggetto di follecitarla à ciò maggiormente ancora, fopraggiunfe à Venetia negli fteflì giorni ^Ambafàa da Parigi Giouanni Gioachino con carattere di Ambafciatore,Il linJur.‘a quale parimente afficurò, che difpoilati alla fine la Maeilà Sua di pafsar’i Mòti,ve lo hauea per i neceiTari; cócerti inuiato. Ad ogni modo flrignendofi con quefto Miniilroancora il negotio, ti tro-con^intel' uò incerto, languido, e tardo il tutto, e fù la maggiore foftanza te^e. (|e’ fuoi vffici;,Io affrettare anch’effo la República ad armarti, ed àfpignere tolto PArmata fua nella Puglia. Non era così fiacco l’intendimento di quefli Padri, per non auuederti oramai da talinodrimentidelle oblique intentioni di quella Maeilà. Rifol-cafparo fero di mandarle anch’eifi Gafparo Spinelli Segretario, non per Imano in dar con la perfona inferiore maggior credito agli offici; degli Francia. Ambafciatori, ch’erano già in Corte, ma per farle comprendere con quella efpreifa miihone la gran premura, e perche più efficacemente paflaifero effi à dirle. Ìe officio de Pronte t ut te le co fé già tronar fi, per dar’ alla nuoti a [ìagtone felice fcLtonbai Vrtnct$t0 j L’efercito della República [opra l'Adda alle ¡tito ad ogni ' cenno di Mon[ig nore di S an Polo, all'inuafione di Milano , & e fere