LIBRO' DECIMOTERZO. 507 fi frapofero,così che il Duca duramente fofferendo qualunque ritardo , profeguì finalmente nel viaggio , & andò in non molta di> ilanzada Roma alle tre Capanne . Quiui glifi offerfe il Conte ?oie^ Guido Rangone di accollarli la notte al Caftello, e fpalleggiarui fuori il Pontefice , femprecheiCaualIi, e i Fanti Ecclefiaftici accompagnato velo hauelfero. Ne aggradì Vrbino l'eshibitione,& c^guìì'o andaua difponendo ancor le cole in conformità del richiefto , vantane, quando capitò vn’auuifo al Cam po, che le trincee de’nemici, fat-tein Prati, già litrouauano inefpugnabili . Che la muraglia del Temuta Corridore , che apprefta lo tranfito dal Palagio di Vaticano al cu”injr* Cartello,haueuanocoloro in molta parte diroccata, per preueni-re ogni attentato improuifo auuerfario, e che già partitoci Capitano Alarcene da Napoli con grolfa gente ,fi era introdotto in Romane ne afpettaua di punto in punto dell’altra. Tollero d’animo quellearriuatenotitie non foloil Duca, ma Rangone ifteflo, benche tanto feruido prima fe ne folfe dimollrato . Gli altri Ca- Caduta'] pi ancora quali tutti intepidironfi;ondeneI primo giorno di Giugno fi ritirarono gli eferciti à-Monteruofì. Rirterì il Duca da E fi ritira* quello luogo al Senato tutte le cole accadute;ed alle rappresétate muffiti\ difficoltà aggiugnendone dell’altre, ricercò per buon’ordine di eferC!th guerra , almeno quindici mila Suizzeri efFettiui in Campo; vn gran numero di Guaftatorwe molte altre artiglierie , fenzache nò ifcorgeua modo di foccorrereil Cartello > di liberarli Pontefice , e di refirtere à fronte de’nemici, che ogni giorno gagliarda-mente crefceano in Roma . Sentirono i Padri con appalfionato Granefen-cordoglio tali inafpettati auuilì, e dimande llraboccheuoli deljj"¿SJ" Duca ; rimarto in vn vile abbandono il Pontefice, e condanna- ««a* to à neceflariamente arrenderfi a’nemici con altrettanto loro fa-ito, quanto con indecoro, e con ludibrio degli eferciti, ritornati indietro . Diede il Senato il primo fuo sfogo contra il Prouedi-tore Vitturi, accremente riprendendolo del fentimento da lui efpreffo in Confulta , contrario agli ordini publici riceuuti , & al deliberato da tutti gli altri Capitante Rapprefèntanti.ScrifFe poi con graui concetti al Duca di Vrbino per tante tardità fra porte ; per tante cautele,e riferuevfate nelPadempire la volontà del Go-uernoin caufàcosì pia ; protratto il tempo, inutilmente perdutolo, eglicommife direllituirfi vicinoàRoma, ed inonta diqua- d£advrl unque pericolo,e difficoltà,efperimentar’il follieuo deH’alfediato Jjjj *r*-Vicario. Tarda in ogni modogiunfequellacommirtìone,ben-chenonfipoteiTepiùcelerementeinuiarla . Per la ritirata , già feguita degli efercici rimafta la Santità Sua circondata da’CoIó- Rr» * nefi, e Tedefchi,fenza più fperar'aiuto nè configlio, rifolfe darfi precipitofamente à nemici, & al Prenci pe d’Oranges* che dopoarrenderii Sff a. vcci-