LIBRO PRIMO, Jt e nel tempo ifteffo i Fiorentini, niente meno di lui gelofàmente ofTeruati, ordinarono vn’ammaifamento numerofo de’loro Vaf- Et altre falli {ottola Condotta d’vnbrauo Capitano, fenzafaperfi, nè ZríarL dell’intentione, nè dell'indirizzo . Rifiedeua allora in Faenza «««% Pietro Lando, Publico Rapprefentante, il quale infofpettitofi vietroL¿. di tali adunanze, nefcriife fubitamente al Senato, e confiderò io Rettore con ottimo zelo, che ci fòffe grande occafione di applicare ma- il. Senato .. turamente i Publici rifleifi. Sarebbe (lata quefta publica prudenza troppo riprenfibile, fe haueife vna tal notitia inconfide-ratamente negletta. Genti certamente nemiche, raccolte in vicinanza de’Luoghi,che correuano fofpetti; Altre fe ne ammaf-fauano in parti non meno corrifpondentemente gelofe ; Com’ era poffibile, che fi difprezzaffero, mentre oramai obligauano più à sfoderare l’arme alla guerra a. che à prepararle in femplice difefa ? Si prouidde il Lando di denaio in abbondanza, con or- Emetti, dine, che doueffe immediate porre infierne tutte le poisibilimi-litie, edi qua gli fi fpedì vn buon numero di Caualli; con Lattan- danj mili-tio da Bergamo per militar Comandante. Non offendendo la difèfa, fe non chi penfa di offendere, fe non fi potè fapere, per- vergamo. che di ciò il Pontefice fe ne offendefTè ^ fé non allora, che (ì compiacque di accompagnarli con Luigi Rèdi Francia,per far’vni- n ■Pontefi. tamente fcoppiare tutti queihuori, che già di lunga mano negli "J*«*°f~ animi loro nodriuano, Dopo communicatefi alla Maeftà Sua dall’Ambafciatore Condulmiero con {incera confidenza tuttte lepropofte, e tutte lerifpofte, già paffete qui con l’Interueniente Cefareo; attediatagli la coftanza del Senato, di abbandonare più tofto fe fteflo, che mancar mai all’amicitia » & alla Colleganza, la quale, lealmente teneua feco , poco fu, cheabufaffe, efprezzafíe vna sì fatta generóla, edaffettuoùattione » Si dichiarò di riceuerla per ingiuriofa, e mortal’offefa. Trapafsò tutti quegl’impeti, che paiono permeffi compatibilmente agli huomini, quando fono «<*. agitati da ftraboccheuoli,e furio fi affetti. Scriffe,e palesò a Maf fimiliano tutti li negotiati, & eshibitioni, che la Maeftà Cefarea chg mcu^ Suahauea tentate , e fatte peruenire alla República, e ch’elladi i Cefarela tempo in tempo communicate, ed auuertite confidentemente *pli lCA°-haueagli .Procurò,accufando,edaggrauandòil Prencipeamico, di guadagnar fi fauoreuole il nemico. AffaticofTì d’infinuar-gli, e di fargli credere,che la República haueife, con quell apparente fincerità, feco trattato in tal guifa, ad oggetto di femina-retra I’vno, e l’altro acerbi dispareri ; porli alle mani, e fópra i lorofcambieuoli trauagli, e ruine, innalzare maggiormentela propria grandezza. Non omife in fomma artificio, neinuentio«. ne,