124 DE’ FATTI VENETI improuiiòvnaportione dell’efercito inimico nell’vltimeCampagne veriò la Città di Chioggia, paeie pingue, edoue invn’-pSiilw an§°'° ritirato, e meno periglioso, era coneorfo àfaluarfi vn fi cktog- gran numero di Contadini con le lor Famiglie . A tale repenti-*** na foprauuenienza abbandonarono precipitofamente que miferi tutte le ioitanze . Corfero con le iole perfone frettolofamen-e i fudditi te à Yenetia, e qui la publica pietà cantateti olmente li accolfe, e PrZZa ioitennefino, che fparito il nembo, poterono ritornare à rico* uerarfi ne’loro già rouinati alberghi. Scoccate, c’hebbe colà queila parte d’efercito le fue flette, girò d’intorno fino al luogo, ancoradettofi,diLizzafufina, bagnatodalPacque di queiteLa-'Paffbno i gune, e continuò per quei liti ad imprimere lagrimeuoli diierta-ì-S'/J- menti. Pafciuta finalmente lafuavorace barbarie, ritornò ad na-v vnirfi al corpo intero dell’efercito fopra Padoua, & allora fu,che dTincuxì Maífimilianodifciolfe ogni dubbio de’ fuoi peniìeri, tenuti fino iionu à quel tempo, frà l’incertezze artificiofamente nafcoiti. Si mofle queila volta da vero contra la medefima Città, e fùilfuo pri-Mafimi- mo incamminamento verfo Ja Porta di Santa Croce, doue per tra°vTd