*78 DE' FATTI VENETI ncquiftar'àfetteÌTo, & allaChiefa,Città, e Dominio. Puriofa* mente ripigliò li già minacciati protetti. dinari Che fe RePubltca non volea la pace, baurebbe hauuta la guerra', aiv^tmba- farebbepda lei dtfunito ; riunito fi a F rance fi ,erauuiuata fra loro, nolani!?' ì Te def chi> e gli Spagnuoli quell' Alleanza, di cui ancora grondandone il fàngue, non occorreva rammemorarne gli eccidij. Già fapeua f Ambaiciatore la volontà rifoluta, ed inalterabile del Senato, di gittarfi più toftoin vnanuoua voragine di fiamme, e di pericoli, e perdere con Parmi sfoderate il tutto, che diformandola Maettà del Principato, vilmente cederne, òrenderne tributaria alcuna parte. Procurò per tanto da fe medefimo, fen-za altre publichecommiflioni,di andar intepidendo gli concitati ardori del Papa col feguente officio. Cbe'l merito dalla Santità Sua vantato,per bauer foccorfa la Repté-£offici« blica nevli eccefsiui fuoi languori, farebbe fuanito all'intero, quando fttopurper . «>, J r 1 . ~ J , ,■ • • ' 1 -» guadagnar di tuttol ottenutoji co l mezo aelle Jue fante benedittiom, nonpiu ne 1