461 HDXX, DICEMBRE. 462 ponga. El qual prima narò come per Colegio volevano quella malina espodir dilla lelera, mn parse al suo ordene far fusse expedila per questo Consejo, dicendo ha molli capitoli el è lelera d’imporlanlia con alcune raxon che ’i disse, dicendo è maioria de indusiar dila lelera. F.t li rispose sier Andrea Trivixan el cavalier, savio dii Consejo, laudando la lelera si scrive, el le’ lezer dii 1517 di Fevrer che dillo orator Philippo More scrisse aver ricevuto fiorini 3000 et non dimanda più danari se prima non li si la li conti eie., e questo di ordine dii suo Re. Poi parlò sier Marin Justinian savio ai ordeni, per la indusia, et li rispose sier Valerio Mantello savio a Terra ferma, ma nulla disse. Et lo voleva pur parlar, ma credendo l’indusia fusse presa di largo, restai. Fu posto aduncha a l’incontro di tal teiera per i Savii ai ordeni indusiar fin Luni, et consultarla meglio. Andò le parie : 2 non sincere, una di no, 96 di Savii ai ordeni di l’indusia, 96 dii Colegio, e non essendo presa alcuna cossa, volendo mandarla itenrn, il Colegio non la mandoe et indusiono. A dì 8. Fo la Goncezion di la Madona. El si fa festa per la terra. Di Alemagna, fo letere di sier Francesco Corner el cavalier, orator nostro, numero 3, di 12, 18 et 26 Novembrio, il sumario dirò di solo. Da poi disnar, fo Colegio dii Principe, Signoria et Savii, et deteno audientia publicha, nè altre letore fo di novo. È da saper, a di 6 di questo per tulio il Colegio fo scrilo a sier Alvise Pizamano conte a Sihinico, alento si ha via auto lelere di sier Zuan Piero Bembo camerlengo de lì, come il danaro dia venir in quella camera era dispensato come a esso Conte piaceva, et che ’I voleva esso Camerlengo conzasse le bolete e far parlide a suo modo. Item, havia venduti li sali in casa, qual si soleno venderpublice, e di quelli haver tochà li danari uè aver voluto far rase-gna di sali vechii; le qual cosse con grandissimo dispiacer se ha inleso. Per lauto volemo che più non se impedissa in lo ofìcio di Camerlengo et lazi me-surar li sali vechii e novi, et di quelli dii magazen tegni una chiave e una la legni il Camerlengo come è il consueto, e debbi avisar la quantità di quelli e quanto lui ha distribuito. E perchè intendemo à dispensa L. 3500 come dito Camerlengo scrive, per tanto debbi avisar a chi li ha dali et mandar le bolete in questa terra, e de estero debbi far vender li sali in lochi publici, e questa è la nostra inlenlion, aliter facendo provederemo con sua nota et carico. Et a dì 7 fo scrilo per Colegio a Padoa, Vicenza, Verona, Brexa, Bergamo, Udcne, Ruigo e Treviso, alento ogni zorno vien posto taje in Progadi con dir li beni di delinquenti siano conlìschadi, per tanto debbano avisar se alcun di diti beni è sta posto in camera e la qualità eie. Fo scrilo, per sier Francesco Donado el cavalier, locolenenle di la Pairia di Friul, in risposta di sue di primo, zercha li subditi cesarei quali innovano eie. però debbi mandar la instruzion dii successo dii parlamento ebbeno insieme li deputali cesarei e nostri, qual scrive esser registrato in la Canzelaria, perchè quella volemo mandarla a l’Orator nostro apresso la Cesarea Maestà. Fo scrito al Secretarlo nostro a Milan, el scusi la Signoria nostra con lo illustrissimo Lulrech di la tardità di falconi, perchè zà aviasemo questo Zugno per quelli Michiel Fusta, il qual non è ancora ritornalo et non poi restar di venir di hora in bora. Et ozi, per li Savii, fo scrilo a li reelorì di Padoa, hessendo venuto de li sier Gasparo Coniarmi eleeto orator a la Cesarea Maestà debbi farli intender subilo vengi di qui, perchè ne achade parlarli dì cosse importante di tal sua legalione. A dì 9, Domenega. La matina non fo alcuna 282 nova né lelera, solum eri se inlese le galle di Baru-to esser zonte in Hislria, et zonseno merchadanti in questa terra, Ira li qual sier Ilironiino Zane di sier Bernardo, sier Almorò Morexini qu. sier Antonio e altri, stati su le galìe; sichè con il primo tempo le galìe farano la parenzana. Da poi disnar, fo Gran Consejo, et fo gran numero di zentilhomeni, et in scurtinio eraino numero 208. Fu fato do Consieri di Venelia nuovi, zoè dii se-stier di Osso duro sier Zorzi Pixani dolor el cavalier, fo consier, vene per scurtinio et rimase in Gran Consejo sier Daniel Renier, fo savio del Consejo, di ballote . . ; et dii seslier di Santa Croze rimase sier Polo Donado, fo podestà a Padoa, qu. sior Piero e e tulle le nove passoe. In questo Consejo achadele che sier Zuan Ruzier Coniarmi di sier Domenego qu. sier Zuanc Malhio, rimasto novitcr a la balota senza andar al primo capello, andò al secondo e falite, et (ornò a sentar, ni altro fo dito, ma li circuslanti fenogran risi, scusando la ignoranlia sua por esser zovene, e non più stato a capello. A dì 10. La matina vene li oratori di Verona in Colegio domino Alberto di Alberti et domino Gabriel di Pelegrini con lelere di reclori, che volendo ributar la campana granda, si sona il rengo, qual si