Y44 °E’ FATTI VENETI vfcita ; e la Venetaja Cefareaparimcnte ; quefta occupando Corone , e PatraJJo. Caricatili oramai difulmini, e tempefteli graui-di nembi della dominante ambition de’ Prenci « pi, douea fperarfi, che pure folTe vna volta per comparir’vnferenodi fofpirata tranquillità in riltoro di vn tanto fianco, e tanto trauaglia-to Cielo. Perfuadeuano le comuni difolatio-ni comune ancor’in ogn’vno quello detide-fiaiiapa. rio; nè fu meno lungi il tempo , per ifcor- ce. gernealcun’apparenteindicio. Si rifollè Celare di mandar a Roma il Padre Generale di San cario ma Francefco, hora chiamato, per la Sacra Porpora aifunta, il Car-dinaie di Santa Croce , accioche eccitalfe il Pontefice à procurale dì sma re con la fua paterna Santità la pace. Il Rè d’Inghilterra inuiou-uivnAmbafciatore fuo. Francia,e Venetia , che già vi haueua-wSi noi loro ordinari;', lo fecero ad elfi con impiliti, & ordini confor-fciatore. mi ; e perche la vera pruoua della lealtà fcaturilfe dall’abbando-d*Trincia, no del propriointerelfe, commife precifamenteil Senato al fuo , di dar’anche intentione al Papa di vna fpontanea celfione di Ra-Miwjtri. uenna,eCeruia, pur che lì hauelfe potuto con elfe ageuolar la pace . Vn’ottimadifpofitioneinfommafipotea fupporre egualmente radicata in tutti. Mafpeifoaecadesche nei noftri intenli delìderij danoifteiri,fenzaauuederfene,s’ingàniamo,e per ciò po* teano gli detti Prencipi f acilmete ere dere di bra mare, e di procurare da vero la pace non accorgendofi,che nel tepo medefimo af-pirauano con la guerra ad ingrandirti. Certo ,che voleua Cefare Tutu però Milano colfuo Ducato. Che niente meno per lo ftelfo acquifto, interni co- e per quello del Regno di Napoli ,era appaffionato il Rè di Fran-ferfhro • Che acquetare non poteuail Papa il fuo cuore fenza vendi-bramati carfi contra i Fiorentini delle riceuute ingiurie; fenza rimettere in oggtttu pjrenze nej fourano pollo la Caia , ignominiofamente fcacciata-ui e fenza ricuperare Modona, e Reggio dalle mani di Alfonfo, Duca di Ferrara ;Quella iilelfa Republica, benche molto anelafse per la quiete, e che, per confeguirla;hauelfegià eshibita fponta-neamente al Pontefice la fopradettaceffione delle due Città, non era forfè meno , con l’inllinto naturai di Prencipe, bramofa anch’ella di conferuarfi nel polfelfo de’ Luoghi acquillati in Puglia; e che per la libertà dell’Italia, non reltalfe in mano à Cefire il Ducato di Milano con l’efclutione del fuo legittimo Prencipe , Francefco Sforza. Con tali mifti, ed ofeuri affetti, maneggiandoti dunque la pace I