i DE FATTI VENETI di Panfilia, triplicauai cerchia lei, le catene ai barbari ; onde parea, ch’ella in quello fuo puro elemento, come in terfo fpec-chio, diuotamente accogliendo il Cielo, ed il Cielo degnando di vagheggiaruifi dentro, li foiTero amendue, ne’ communicanti riuerberi, vnitiinfieme, per quafi tutelarmente guardarfi, & amorofamente difenderà. Ma non già trà quelli foli marittimi Stati la Republica Veneta fi riftrignea. Altri ancora fottoponeale la Terra Ferma, e l’Italia. Quiui dominaua le più celebri, e fame fe Città, e le più ricche, ed amene Campagne, e Contrade. Potea adeguare le fue forze à quelle di molte altre Monarchie temute. So-itenea con ]a pia fua mano la bilancia pari, e fecondo i bifogni, ed i temp^ora premendola, ed ora allentandola, bramaua di render piegheuolile troppo alte cime \ di folleuar le inferiori, e di con-ièruar’in vn giuilo5e proportionato equilibrio la comune libertà. Così ella maeilofamente rifplendeua allora; e così haurebbe potuto vantarli non tocca, nè contaminata mai, fe quando più volte dalla gran potenza Ottomana aifalita, foiTero pietofamen-tcaccorii gli altri Chriiliani Potentati à cultodire, & àprefer-uare il loro proprio nel di lei fieramente combattuto Impero. Ma trà le gelofie, e le gare ineuitabili de Prenci pi, pare, che quel lume, che troppo difFuiàmente fi fpande, venga, tutto che benefico, riguardato più per fuoco, che arda, che per ifplendo-re ,che illumini) e tale appunto nella Veneta grandezza Io rimirarono quattro potentifiìmi arbitri di Europa, Giulio Secondo Sommo Pontefice, Mafsimiliano Imperatore, e due Rè, Luigi lL%gilxii. Duodecimo di Francia;e Ferdinando di Spagna. Attoiìicati tut-aafftr^ illle^ ^ero Angue inuidiofo, che per eifere figliuolo dell’am-nando di bitione, è il più abbomineuole moiiro, che infetti il Mondo, de-Giulio Se- liberarono di ferirla in modo, che non più fi trouailè alla fua fa-ufidceVo'Iute rimedio; àpruoua di che fi diuiderono trà loro le fpoglìe, Delibera- prima di rapirle, in vna Alleanza, la quale, già conceputa negli ¿'¿T™' animi, e maturata nei configli, vfeìpoi, dopo qualche tempo, da vn Concilio , ragunato in Fiandra nella Città di Cambray. Già llabilitolo in fe ileifi, meno haurebbero interpoilo alcun ritardo à conuocarlo, fe quell’iileiTo genio regnarne, che muoue-ualialla guerra contra la Republica, non li haueffe con le gelofie, trà loro tal’hora inforte, violentemente condotti à qualche di. latione. Ci fi conceda però prima d’inoltrarfi à deferiuere igran paifi , ed accidenti, fucceduti fanguinofi, di torfi vn poco da quefto fico»/«»- lo, e dire con amare lagrime ; Che fefoife porfibile di rifèruare SST alcun luogo al merito, quando l’affetto all’impero occupa, ed abba-