jo DE’FATTI VENETI terueniente il già propollo,e fortemente dinuouo infiilè,perche la Republica fe ne compiacerle . E qual Prencipe non vi farebbe andato aniìofamente incontro? Era già fcoperta nel Rè di Francia vna peffima radicata volontà, per attrocemente sfogarla. Nel Cattolico di Spagna ne trafpirauano conformi i fegni, così dall’abboccamento, chegiàtrà loro apportata mente feguìàSa-uona, come da molti altri vehementi, e conchiudenti indici; of-feruati pofleriori . Conofceuaii Papa Giulio tramatore pur troppo fcoperto, e continuo . Ora viene vn iolo Cefare, frà tanti Prencipi inimici, ad eshibirfi folo amico; e chi può biafima-re> che volentieri il s’accetti, perche anch’egli non fi vnifca in cumulo con gli altri à tutte le mine ? Ad ogni modo nè anco quella volta, volle alterar punto la Republica la fiia ordinaria collante lealtà. Hebbe lo ileiTo fcrupolo in quello trattato di pace , che hauea hauuto prima nella triegua. Negò di predargli l'orecchio , non includendoui gli ileffi due Rè di Francia, e di Spa-v/dlugìi gna, fuoi Confederati ; e così fece, che in tale conformità ne par-{h%mditetie il Pfà* aU’Interueniente Cefareo. Non contento!!] co-Francia, e fhii della fola rifpoila, & aiTertìone di vn femplice prillato, 1 s?agm’ benche Senatore, e benche parlaiiè con la bocca, e con la facoltà del Gouerno. Ricercolla in ifcritto, e conpofitiua, e Public a deliberatione, di che anco fi ftimò bene di gratificarlo in vn’offi-ciò, che gli fu letto, e lafciato in copia, il quale fu detto , che ri-flrettamente conteneife. je officio L’oJJeruanZjd antica della Republica ver/o l'imperiai Corona > dei senato crefciuta con le prerogative inferni, e reali della Maeftà Sua. La Zita” °*' pronta volontà in acconfentire^allapace, come hauea già fatto alla triegua, e perche ella [offe generale, e durabile, il defìderio fo-lito) che fe l'incorpor afferò, dentro le ragioni, e gl*inter efsi communi delta Chrifìianità, e de' Prencipi confederati _ Cosìriipolloiìinfoitanza all’Agente di Maflìmiliano, fe ne Tartìcipa- diede incontanente parte agli Ambafciatori noilri in ambe le to ¿fi ¿due Corti di Francia, e di Spagna, perche doueifero il tutto com-cwone_ municar ,e confidar finceramente à quelle iileife Maeftà. Feceiì il medeiimo qui à Venetia a*Miniflrireiìdenti, co’quali anco lì era, fino dal principio de’ difcor fi, partecipato , e continuato il filo della confidenza ; onde non hauea potuto abbondar maggiormente la Republica di llima, dipontualità5edirifpetto. Auuenne in tanto, che il Pontefice, non già in dubbio, ma,come fi è detto, palelèmente inimico à tante > e tante pruoue, fece raccogliere da Francefco Maria della Rouere, fuo Nipote, e già MìUtìeFc. eP^ato Duca di Vrbino, tutto l’efercito della Chieia trà i confi-ciefiafticbè ni di Faenza, publicando di volergli dare vna moflra generale -, e nel