324 DE FATTI VENETI mente attediato in vna Città, afpirafiè, àfortite improuifenon foto, ma vfciffe,traicorrette,fi aIIontanaiTe,occu patte Terre, le depredatte,efi rettituitte in attedio con ifpoglie, e viueri ^occorrendoli di cibo,e pafcendofi di gloria. Vnaltro auuifo gli peruen-ne dopo col mezzo dì alcune fpie ; che il Conte di Santa Sellerina fi tratteneuanellaTerradiQuinzano,diflrettodiBrefcia>fpen-Cnme r fierato, e con cinquanta foli Caualli. Colievn altra opportunità difortire,efuglicotanto improuiiòadotto, che s’impadroni della Terra, degli huomini, e degli haueri, e ritornò parimenteà Crem a,fregiato di quello fecondo trionfo. Gareggiaua in quella Città, con la brauura del Capitano,la fuilcerata fedeltà de’Cit-tadini veriò la Republica. Non batteua egli vn’occhio, fenza ri-trouare vna cieca,& h umile obbedienza. Anzi quei benemeriti, non appettando li di lui eccitamenti, ioccorreuano da loro fletti ara» de- „fi yrgenti bifogni. Molti altri accidenti» tutti felici a’nottri, nel uvtionede o ° ,. rt rr i' * 1» .. . crema/chi tempo di queito ailedioauuenirono, con tagliate,e con prigionie de’nemici > perloche finalmente fi rifolfe Profpero Colonna di ritirarfi vn poco lungi con 1 eiercito, ìndueportioni diuidendo-cSfìSfi Io, EgIiadOfFanengo,eSiIuio Sauello ad Ombriano. Quella £dj* lontananza > tanto più allargò il commodo à Renzo di trarfi fuo-Jtdw. ri fouente. Vfciua, fcorreua, depredaua >ed vn giorno auanzof-fi fino à Lodi. Produflealla fine il tempo quegli effetti, ch’èfoli-to di produrre ne* lunghi attedi;. Oramai fi fcarfeggiaua in Crema di viueri. ConueniuanoIemiIitie,femprettando confarmi in mano, diminuirli; e la pette pure,con bombili flagelli, andaua profeguendo. Soprafatto Renzo da cotante anguftie, rifolfedi arri ichiarfe fletto, ed ifuoi con maggior frutto» che di femplici depredationi. Seppe che verfo Lodi vna portione del Campo inimico,in cuitrouauafi SiluioSauello, nonvegliaua, com’era tenuto àfare vnbrauoCapitano. Vfcì dì notte con mille Fanti,e molti Caualli, e giunto al luogo , e ritrouati coloro à dormire,at-modici- taccolli dentro a' propri; fteccatì ; ne vccifè in buon numero,e gli ¡Z’Zapìr altri atterriti, e datili à fuggire co’I Capitano, retto egli à racco-lH?9 gf*ere per féttetto le lafciate prede. Ritornato in Crema,cominciò à penfàre fari 1 medefimo contro all’altro quartiere di Profpero Colonna. Ma quefti bene inttrutto nella militare dilciplina, rnollaà nonattefe il colpo. Preuideloà tempo; fi tolfe pretto dal luo-Milano. g0, e rellituitofi à Milano, liberò finalmente Crema da quel lungo attedio. Si può dire, che non hauette il Senato attributi di Iodi ballanti all'efempiare fuifceratezza, dimottrata da quella benemerente Città. LaefaltòconpublicheDucali. Commendollacon lavina voce Bartolomeo Contarmi jche v’era dentro Proueditore; ed à Ren- l