LIBRO OTTAVO; 529 Adempì il Conte mirabilmente la parte Era à fufìicienza prò-’ ueduto di Caualleria leggiera. Fé fcelta di vn buon numero di Fanti nel Contado di Va!dimarino,ed’altri conuicini Luoghi,e con quella celerità, eh e Tempre il principale requifito nelle coraggiose rifolutioni, giunfe, entrò, ericuperòin vn momento Feltre, vccidendo tutti quelli, che non hebbero fortuna di poter fuggire. Calepino, in qualche parte rimeftbfi,Ianciortidentro ,fllriTe_ alBaffanefe , penfando d’inuadere , e di depredare inafpettata-deftkuei mente quel Cartello .Ma quiui pur’ancheriufcigli fallace il pen- L-'lhWC,e\ fiero. Francefco Duodo,ch’eraui Rettore,hauea, sii i primifen-titi rumori, ammaflata molta gente del paefe, Chiamouui Ber-nardino Antignuola enn alcune Compagnie di Caualleria leg- nitore giera, ed in vece di attendere colui fottoBafciano, andò egli à ri- rer~ trouarlo nella Villa di Carpenedo trà gli angufti paflì di quelle Montagne. Durò la mifchia gran pezzo; ma per la cortanza dell’animo, e per lacognitionede’fiti , ede’Luoghi, preualendo finalmente i Veneti, fecero de’nemicivna gran tagliata ; e rimale trai prigioni Calepino ancora. All’incontro Rifano, che hauea t^iu-già intraprefo il viaggio diGoritia , portò feco più iègnalati’,e yajpjrtc*-rimarcabili fuccefli. Incontrato il Frangipane , viaggiando , fi vnì feco , e formato vn corpo di cinque mila Fanti ,e di mil- IlFrrfr'pa le Caualli, deliberarono , l’Imprefa d’Vdine . Prima però di miàific-prefentarfele, hauendoui frapofto di mezzo qualche giorno, perMrrJw * farlo con tutti gli ordini militari, corfe l’auiiifodi quefta nemica difpofitioneà Venetia . Stimonne il Senato il pericolo, quanto feorgea rileuantela conferuatione , ò la perdita di quella riguar-deuole Città »Metropoli di tutto il Friuli . CommifeàGiouan-ni Vitturi, che fofteneua il Generalato di quella Patria, & à Ma-lateftaMalatefta , Proueditore dell’efercito , chevifidoueí^ero^S^, frettolofamente condurre in foccorio. Andatiui anco, ed entra- mmkìu ti in Vdine, ritrouaronui Girolamo Sauorgnano , & altri Capi-tani, tutti rifoluti di perdere più tofto la vita,che il Luogo. Mol - ¿nana diti però , che nonhaueuano lo ftefto ardire , li obligaronoad vnalro% ben ponderata confulta. Non fi trouauano dentro militiebaftan- . , ti • Agitaua il Popolo , tutto intimorito . Molti de’principali piùamauanola quiete » eia propriaficurezza , chegliazzardofì L!?/0"“4' efperimentidegli affedij, e de gli artalti. Debolierano lemura-glie;e più ancora deboli per il largo circuito. Dopo ad ogni modo giratefi l’opinionià lungo, preualfe ciò che negli animofige- , ni; preferito è fempre . Sì confermarono tutti nel primo parere dinondouere abbandonarfi ; e per infinuare etiandio nell’vni-’^”^’ uerfale la medefima coftanza, ne intraprefe l’afTunto il Sa « nfoluono uorgnano . Ma troppo è duro il condurre vna moltitudine à■d,fendcrlr T t peri