LIBRO PRIMO, 37 potrebbe reggere mai egli colpio fittile de’ {noi volubili capricci Al a fi fimi li ano .Come condurlo à contentarfi di abbandonare le già concepire fperanze di alti fisime conquide, per facilitare à lui (àio vna femplice puntiglio fa fodisfattione di due picciole Cittàì A fa quan,■ do anco potè fise Giulio far tanto pouero di fpirito, e fcarfo dinte-re fise vn imperatore Augii fio, come potrà non curare gli fidegno-fi concitamenti contro di fé del Rjè potentifsimo di Francia, c baerebbe così altamente fichernito, ed à proportione quelli infieme di Ferdinando di Spagnai Hà già egli [toccato il dardo. Finge hora il colpo, per meglio coglierci, e quando gli porge fisima l'orecchio , per trafiggerci più ficur amente il petto inerme. Vuote a de fi fi darci ad intendere di conuertire in medicina quel veleno iflefsOy che oramai da lui mede fimo preparatoci, cominciamo àbe-uere, Sarà l'vnico noftra preferuatiuo il [angue , che traremmo dalle vene degli efier citi inimici \ echi sày che anco non ci apprefti l'antidoto quello, che tra loro medefirni potrebbona falafsarji vn giorno , e per auuentura ben preflo ? Già quefìa loro vntone è tutta com-pofla di genij, e di humori, troppo contrari), e troppo repugnanti. Non andrà molto, che verranno infieme a conte (a Alafsimtliano, e Luigi y nemici antichi, gelo fi al pre/ente, per lo Stato di Milano y nè mai nellingra n dir fi concordi. Lo Spagnuolo, nuouo nel Regno di Napoli yin confeguenza non fermo, e che Ihà tolto con tanti fangui-no fi combattimenti al Francefey non vorrà mai veder fi quefli più grande a canto : nè meno bramerà, che MafsimilianOy fenz»a piedi al prefente in Italia, venga a fi abitimelo potente. Più dunque che tentano i nemici di addormentarci con illufioni, più noi douemo fue-gltarfi allo fìrepitofo rumore di tanti armamenti. Armi amo cifprocuriamo vincerli *, poiché rotto vna •volta vn efercito confederato, dura gran fatica nel fuo primo vigore à rimetterfe} e riunir[i in-fieme. Le Leghe non più vincono} fé preflo non vincono . Quando anco vincono y la gelofia le di [ciò glie , e noi certamente vinceremo, hauendo il Cielo con noi x non mai {oggetto, à perdite , e che è firn-pre inuitto* Riufcì così pelata l’Oratìone; furono, così forti, e conchiudenti i punti confiderati, che fciolfero ogni dubbio, nè fu bifo-gno di più difputarfl in contrario, benche le materie graui., per quanto iìano da fe fteffe chiare ,e foprabbondantemente. difeor-fe, non fogliono lafciar mai quieti, e fodisfàtti gli animi, per deliberarle fenza efìtatione. Decretoifi , e contenne il Decreto Èrefo . Che nulla fi douefle riipondere agli Ambaiciatori in Loma iopra il ragionamento, ch’era flatoloro tenuto dal Cominato. La maturità nondimeno, che ,fe bene interamente di-fpera , non deue mai nei cafi importanti precipitoiamente ab- bando-