7f» . DE FATTI VENETI ro in ogni modo que’ Caualieri obbedire. Combatterono fino all* ^luinT. eftremità del lor eccidio.Entraronogli Ottomani à forza in Sant* Ermo, non più Fortezza, ma vn monte iconuolto di terra , e di pletre;Tagliarono crudelmente à pezzi anco i fupplici, e gli inermi ; e ne fecero im piccar’ad alto , per funefto efempio, e per rifen-tita rabbia, di hauer perduti nell’attedio d’vn mefe fotto quel Forte , leimila Soldati, nè de’ Chriitiani peritiui, che foli mille ducen-to ,comprefiui cento, eventi Caualieri. Così efpugnato, e così trattato Sant'Ermo da’ Turchi, incontanente fi fpinfero àbatte-affaUfco- re $an Michele, e’I Borgo . Era il Gran Maettro, fubito feguito cX/;fÌ7 l'attaccodeirifola,giàcon efficaci preghierericorfo al Vice Rè Bori°. di Sicilia, per celeri, e potenti aiuti; e’I Rè Filippo, immediate intefone l’attacco,haueagli commeffo il medefimo . Sollecitato per ciò il Vice Rè da tanti impulfi , chiamò prettamente à fe le Galee di Napoli,e diGenoua. Applicoffi con tutto il feruore ad alleftirle. Concorfe da tutta l’Italia volontariamente à quell’imbarco delia gente affaijinfìammata alla difefa di vn tanto Chriftia-no bifogno, ed anche il Pontefice mandouui feicento Soldati con Pompeo Colonna. Si radunauano, e il preparauano in Sicilia quette forze nel tempo appunto, che occorfa la perdita, già detta , del Forte, Sant’ Ermo , s’erano tirati auanti li nemici contra gli altri due con no-ue Baftionialzatiui intorno , e con fettanta pezzi "di artiglierie piantateti! (opra.Negli ardori di quetta ttretta contingenza giun-Kinwzo fero opportune in rinforzo di que’prefidi; due Galee della Reli-¿Mj/tr/i • gionecon cinquecento Soldati, e quaranta Cauallieri, & all’incontro,arriuò ali’ Armata Turca il Rè d’Algeri. Coftuibaldan-zofo iubito eshìbifli à Muftafà di efpugnar’il Forte San Michele, quando fi fotte contentato di aggiugnere a’iuoi altri duemila Soldati , di che rimattone prontamente fodisfatto, fi feparò dall’Armata, ed auánzoífi verfo il Forte, per mantenere il prometto .Di quetto fu opreparato sforzogià preauuertito da vn Confidente il Gran Maeftro , hebbe tempo di gagliardamente opporfi allo sbarco con le artiglierie. Ma fuperatolo alla fine il Turco, fi fpin-jtQaito ie ferocemente all’attalto. a Durò egli cinque hore con ottinato coraggio degli vni, edegli chdeMi~ ’ ^ll r*^P‘nt0 all’vltimo con Tvccifìone di due mila Turchi, e ^rifpinto* molti feriti, ed il Rè d’Algeri, frettolofamente rimbarcatoli, ttentò à preferuarfi da’difenfori, che fuori fortirono animofiad inleguirlo. Di quetto non ben riufcito attentato arrabiatofi gran-demente Muttafà,rifolfe di replicarne egli tteifo vn’altro con tutore ve-te militie > dall’Armata efcorporate. Così anco andatoui > e tol-piicMom. tià berfagliar’invnfolo tempo con le artiglierie San Michele, eT Bor-