LIBRO SESTO. 225 tino, e con allegrezza infinita in Padoua. Hauutofi pofcia da'Veneti per ifpia, che trecento Caualli fi tratteneuano fpenfieratamente in Soaue, colà ne andarono quat-trocento con qualche numero di Fanti, e foprafattili di notte, ” parte ne vccifero, e parte fecero prigioni. Per quefti buoni fuccef-fi, ancorché non tanto rileuafsero alla fomma della guerra, s’in-coraggirono i Veneti ; continuarono ad vfcir fouente, e fi allargarono à Caitelfranco, à Cittadella, ed à Bafciano, facendo Eiìendm-prigioni; depredandoi viuerii tagliando le flrade; minandoi Ponti, e in forme tali dift ruggendo, ed incommodando,giàche inferiori di numero non poteuano fare di vantaggio. Paifato finalmente da Trento nel Friuli Pefercito Tedefcoin dodici mila Soldati, fenza però la perfona di Maifimiliano,inue- Tedefthan iti per primo luogo Sacile ; trouatolo fenza difenfori, facilmen-Friulu te il paefe; faccheggiatolo, fello crudelmente ardere; e po-fcia gli fi diede à patti Spilimbergo, con tutte le altre Terre di "Prendono quella Prouincia. Le perdite,le lagrime, le ftridavniuerfalitan- sffimber-to fi andarono eftendendo, che fino arriuarono ad intimorire il Luogotenente di Vdine^ Luigi Gradenigo . Grande la Città,né '¿ " proportionatamente munita, fi perfuaieà non attenderne l’eccidio fopra la fuafaccia,&àcoito ficuro della propria vita. Dié luogo ; fe ne fuggì; lafciò il tutto alla difpofitione de’ Tedefchi, i quali fenza contrailo occupatala, feguitarono poi con la flef-fa felicità ad impoiTeifarfi di Portogruaro, Motta, Vderzo , & altri Luoghi in quelle vicinanze . Volendo fuperare etiandio ™ GradiJr Gradifca »Fortezza altre volte nominata di alta confeguenza,vi andarono con tutto il pienodell’efercito. Eranui dentro Luigi Mocenigo, Proueditoredell’armi, eBaldiflera Scipione, Capi- ^0MP°r'0 tani amendue di eleuato credito. Si accinfero eglino intrepidi veditore. àdifènderfi ; e lo fecero anco valoroiamente nel primo terribile aiTalto, precipitando gli aggreifori dalle Scalene /cacciandoli dalle muraglie • II giorno feguente replicatone vn’altro più feroce, parimente Io ributtarono con molta ftrage ; Ma non definendo u\dtfen-mai le artiglierie da rouinofi tormenti, nè più dentro rimanen-do,che foli miferi ducento Fanti, e cento Caualli, diiperoifi il Po-polo, e fi arrefè agli Alemanni,falue le vite^non ottante che i due fopradetti Capitani procuraffero con ogni sforzo d’incoraggirli. ancora àqualche refiftenzaCaduta anche Gradifca, feguì pure E ¡ VopoU di tutti gli altri Luoghi colà vicini rapidamente Io fteflò j né con- finalmente fèruoffi alla República, che il foIoCaflelIo di Ofoppo,da Giróla- n"ren'0' mo Sauorgnano ,chev’era dentro, con gran coftanza difefo. Era grande la forza Tedefca, e per feitefla, e perche non tro-rolamo u~ uaua in Campagna chi poteffe opporfele. Ma non haurebbe for-nowuno fe