78 DE FATTI VENETI tedifefa. Occupata Pe(chiera,e tutte l’altre narrate Città da^‘ laMaeftà Sua,ieleraisegnò parimente Crema, per opera fpe-Ji!mende cialmente di Soncin Benzone, che trà quei principali vi occupa-ptvmente, ua dentro vn’alto pollo . Benche fuddito , benche itipendia-to, e benche incoragito da’ Veneti Capi à difenderfi,con promif-fione d’efsere celeremente foccorfo, non il potè per ogni modo rimuouerlo da quel pefsimo con figlio. V’introduise anch’egli l’efercito Francefe ; e così Luigi, Rè Chriftianiifimo, iì trouò Signore in poco tempo del più florido, del piùdelitiofo paefe^e delle più ilimate Città, e Fortezze della Lombardia ; Impadro-nitofi di tutto il dominio, ch’era fiato difpolto per lui ne’ diuifa-tiripartimentidel granCongreifoinCambray ; eperla fomma preftezza, e celerità, concili fuperò tante belle imprefe, fiha-urebbe potuto chiamare vn folgore, che incenerifse in momenti, s’eglipiù tremendo ancora, non fihaueife fabbricato vn’Im-periosùleiilelfe ceneri. Non erano minori à proportione gl’incendi;, che già fa-tìcvmfiri» cea gagliardamente fentire l’efercito di Papa Giulio . Era nomina:- in numero di otto mila Fanti, e di otto mila Caualli . Ve-niua guidato da due Comandanti, l’vno, Francefco di Caftel del Rio, Cardinale di Pauia, in qualità di Legato Apoilolico ;1* altro, Francefco Maria della Rouere, nipote del Papa, e Duca d’Vrbino, nominato ancora ambià gara non laiciauano intentata hoftilità, e ruinacontra tutte le Terre per anco al dominio Veneto foggette. Or’ auuenne , che i due Cardinali, Cornaro , e Grimani in Roma, efeguiifero le commiffioni, che il Senato hauea già loro premurofamente impartite. Fecero al Pontefice l’eshibitione dirilafciarefpontaneamente alla Chieià le già efprefse Città, e dinfiioffl-1° Pre»arono d’impadronirfene fenza fangue, e di fantamente rifcono al accoglierein queIl‘atto di prontezza, e di fincerità, l’oifequio fi-tfliàmdi- Jiale, e difintereisato della Republica . Moftrò il Papa, con-S f°rrne a^ confueto fuo, di riceuere, & aggradire con benigno, ed dimo- hilare volto così volentieri l’offerite , che i Cardinali fcriifero Jìra inch- aj Senato,fperarlo certo raiferenato à baltanza, e difpollo ad ab- i mto. bracciare con la pace la medefima Republica per fua diletta figli-uola.Tali dolci notitie,ficome rallegrarono infinítamete i Padri, cofi cófidar li fecero,che vna efecutione celere poteife meglio ancora perfuadere vn pio Pontefice ad accogliere nel paterno feno Gio:Giaeo-vn Prencipe Chriitano,humiliato,e benemerente.Spedirono to-fefretaíio. ^0 lI} ^omaSna Gio.* Giacomo Caroldo, Segretario, con ordi-eg e a o nedifar immantenente icguire l’effettiua rilaffatione à que’ Pon- *Arimini, tificij Miniitri di Rauenna, Ceruia, Arimini, della Rocca di Faen-