LIBRO VNDECIMO. 441 Ientata à ciò fare la República . Non trouandoii però ragione, che vaglia à perfuadere contra Tintereife, fe ne alterò in alta forma -, ediedeoccafione di maggior ftupore ancora , che fi come confederato della República, non s’era mai fcoifo ai fuoi prieghi, sdeput* per comparire armato in Italia, hora da lei difunitofi, inferuora-tamente vi li afFrettaife . Si mofse con impeto à raccorre genti “¡"¡fa da tutte le parti ; nulla curò più la Inglefe inimicitia; e per folieci-tarle marchie , e per accompagnaruifianch’eifo,fi trasferì perfo-nnlmenteà Lione. Allo ftrepito di quelli tanti apparati conuen- E ^ à ne fpecialmente la República riflettere . Fù il fuo primo iludió^-di prouederfi d’vnTntendente Capitano Generale. Era Theo-doro Triultio dipendentiifimo dalla Maeflà Sua ; Licentiollo Teodoro dalla carica, e per dimoftrargli , che lo faceua perla congiuntu- rGr^le ra,non perlaperfona , eshibigli vno trattenimento annuale di vSutiu-trè mila feudi, che in ogni modo ricusò > e toflo partì per Parigi .Untut0 • Nonfifeppefceglierein vece fua foggetto di più perfetta efperi-enza, nè più adattato ai publici bifogni, di Francefco Maria dalla Rouere , Ducad’Vrbino . S’era confumato fra Tarmi di tutti que’tempi. Hauealo il Papa, nei giorni primi del fuo ingreífoin Roma, riceuuto ai piedi ; aifolutolo dalle cenfure, e reftituitogli ¿'Mino. il Ducato , già dal Predeceiforeoccupatogli , onde celiata in lui ognioppofitione , lo condufle il Gouerno nella carica iftelfa de! licentiato Triultio, con pari ftipendio, ed autorità, e con obligo di aftìftergli, e difèndergli Io Stato contra ciafcheduno. Sollecitando più fempre in tanto il Rè di Francia gli eferciti,e gli appre-ftamenti , perpalfar’i Monti ; e nè più reliando fperanza di ritardo, ò d’impedimento ànuoue effufionidifangue,SuaBeatitu-Tn , dine cominciò anch’ella à temerete muouerfi . Conuocò per pri- rapa de' jno paifoil Sacro Collegio, e gridò altamente contra il medefimo Fxm^u Rè Francefco,perche,in vece di portar Tarmi da lungi nell’Europa , e nelTAfia contra gl’infedeli, foife oramai pronto con forze tremende à feminar nell’Italia nuoui dilatati incendi;. Auuiiàta poi à tutti i Prencipi la neceffità d’vna general’vnione per vna ge- ^¡¡^1 neral difefa , e follecitatala con gran premura , riufcigli di tofto »*rarvm» conchiuderla trà lui,l’Imperatore,ilRè d'Inghilterra,TArciduca ui' d’Auftria, Firenze, Genoua, e Francefco Sforza , con obligo à tutti à proportione del potere, di fcambieuolmente difenderfi, e combatter quegli eferciti, che penetraffero in Italia , per mole- più p«a-ftar’alcuno de’Confederati. Doueua vna tanta Alleanza, aggiunta all’altra già Habilita trà l’imperatore, e la República, dettare nel Rè Francefco qualche vr rifleflìone , che Io fofpendeife per allora al meno da’fuoi diuifati ZnfoT'd mouimenti. Nondimeno più inferocito,che mai, cominciò àinr br*’ K k k di-