549 MDXXt, GENNAIO. 550 fono conzi con lui. Ila mandato governador a Tripoli et cussi in Aman et Alepo, et ha manda al Cayro et al signor Sophì, et prega Dio li doni viteria, perchè restando signor di quella Soria, sarà gran proposito di la nation nostra, per amarla. Scrive esso Consolo con li marchanti si vedono in gran travaglio, et non restando signor, saranno in rnazor. Da Corfù, di sier Bernardo Soranso bayìo et Consieri, di 18 Dezembrio. Come era zonto uno suo messo mandouo a Constantinopoli, il qual partì de lì a dì 20 Novembrio, venuto per terra. Re-ferisse come el Signor havia fato tajar la lesta al capitano di la sua armata, e che l’armata, le gulìe erano mal condilionale, le havea falle tirar in terra et 25 erano restale in aqua, nè se intende a che line; et che ’I Signor ha do fioleti, el la madre era venuta in Constantinopoli, la qual era in Galipoli, et che ’1 padre li ha lassa per testamento non fazi guera con-tra cristiani, ma ben conira il Sophì. Dice, al suo partir era venuto la nova dii Gazelli, et che fevano gran preparal-ion. Dice, venendo, ha visto 300 muli et 300 gambeli cargi che venivano di Andernopoli a Coslantinopoli. Se diceva era il casandar del Signor morto. Dice che in Constantinopoli atendeano a far passar zente contra il Gazelli, e di armata nulla si faceva; pur si diceva ne voleva mandar verso la Soria. Di Spalato, di sier Marco Antonio da Canal conte e capitano, di 19 Dezembrio. Come non havia potuto mandar le letere di 1’ oralor dii Signor turco al bassa di Bossina per li danni fali, et in conclusion come scrisse per soe. Bora avisa aver quelle drizate a Bagusi con ordine li siano mandate. Scrive, di la incursion fata su quel di Sibinico lui ha inteso e li avisò, e cussi fece a Trau et a Zara, perchè lui ha aviso di successi di essi turchi ; et che avanti che coreseno, lo intese perché dita hoste stè 8 zorni 15 mia lontan di quelli confini, et voleano co-rer e venir a quello borgo over contado; ma inleso le preparation fale per lui, non ebbeno ardir e cor-seno su quel di Sibinico. Scrive, de lì non è soldati ni danari, pur ha fato certe cernide di la terra e paesi, ma non hanno arme richiede 200 lanze longe; lu qual si salvarano de lì per li bisogni. Scrive, come è torna uno di soi. Par turchi siano adunali et li fa- 331 rano tragilar su l’isola di Liesna per depredar certa villa de lì, mia 5 di la terra ; per il che ha dato aviso al ditto reclor, e li farano tragitar di Narenta lì. Di Boma, di l’Orator, di 4. Come ozi fo dal Papa. Era con il reverendissimo Medici, il signor Renzo, lo episcopo di Capua e quel frate Nicolò se- cretano di Medici, con i quali siete longamenle. Poi inlrato esso Oralor da Soa Beatitudine, scrive colo-qui auti insieme, qual li disse: « Questi spagnoli manda fantarie verso Boma adosso de nui, volemo ob-starli» e l’Oralor disse: « Pater santo, che causa move a far questo? » il Papa non rispose altro si non disse :« Volemo proveder, vieneno per farne danno ». L’Orator disse : « Porsi le vieti per le cosse di..... Il Papa disse: «Non, che lutto sta a nui». Poi l’Orator li dimandò quello havia di Spagna. Disse:«Si dice per spagnoli in Spagna esser gran garbugii, et li popoli sono in acordo con li grandi, sichè bisogna il Re vaili in Spagna ; e si lien monsignor di Chievers non vi anderà, dubitando esser morto e deponuto dal governo». Scrive, li foraussili nostri è lì a Roma, hanno levalo la Signoria nostra ha richiesto per via dii nostro ambasalor è in corte di la Cesarea Maestà acordo con quella ; il qual ha risposto che di le cose aspeta al duellato di Austria lo farà, ma di quello aspeta a l’imperio non voi senza volutila de li Eie-dori, sichè a questa dieta si tratarà; e dicono che lui Oralor ha parlato al Papa di questo, esorti esso Re a concluder dito acordo, et uno Antonio Bagaroto va monstrando certa letera di Alemagna, come il conte Cristoforo vien al governo di Gorizia, Gradiscila e Marano, e li dà la Cesarea Maestà ducati 48 milia a ranno, e li ha dà le possessioti di nostri subditi; el qual ha promesso farli aquistar eie. Scrive, il Papa ha dato lo episcopà di Pampalona, fo dii Cardinal Libret morto, al reverendissimo Cesarino, con pension di ducati 2500 al reverendissimo Colona. Non si sa se la Cesarea Maestà vorà asenlir; pur hessendo Colonesi di soi, per questo forsi asentirà. Scrive, è stalo da monsignor di Pin oralor di Fran-za, è lì, per alegrarsi dii vescoado auto, qual vai ducati 4000 a l’anno. Era in lello con gotte, ringratia molto la Signoria, con molle parole Itine inde dictce ut in litteris. Dii dito, di 7. Come ricevute nostre letere di 29 et di ultimo con li sumarii di nove di Soria e su-marii di Spagna, fo dal Papa, li disse le nove di Soria. Sua Santità disse : « Queste è bone nove, bora è tempo di far facende e dar ajuto a questo Gazelli soldati ». L’Orator disse, bisogneria li principi cristiani fosseno uniti a questo. Disse il Papa : « Da nui non mancherà, e saria da far una bona union contra infedeli. Bora è tempo la Signoria facesse qualche cosa, li principi christiani etiam loro fariano. Rispose l’Orator, che la Signoria nostra non mancheria quando li altri facesse etc. Conclude, el Papa l’ha auto per optima nova. Intrò poi su nove di Spagna, e li lezè